Provvidenziale, direi soprattutto ad inizio giornata, così che per le ore a venire poco ho parlato, meno ho risposto. Tanti "si" e "no" evitati. Non ho dovuto adottare manco la metafora per poter essere accomodante, perché poi non avevo voglia di esserlo... insomma, tutto ok. Completamente giustificata.
La lingua mi doleva... quindi solo qualche cenno del capo, giusto come segno di vita.
Tutto è cominciato con un biscotto troppo inzuppato, masticato in modo esagerato, perciò a vuoto. Il dente, reo incolpevole è finito dove non doveva, e la lingua che in teoria non ha obbligo di obliterazione si è trovata sanguinante.
Che dolore!
Ilarità del mio compagno di vita...
Ma davvero ti fa così male?
Nooo... e che ne parliamo a fare? I miei "accidenti" sono sempre cose da niente. Con piacere gli ho fatto una boccaccia...
Caspita. Esce il sangue. Fai degli sciacqui.
Grazie del consiglio... e intanto è già sparito. Diretto alle Sue mete domenicali. E del resto a me sta pure bene così. Soprattutto da quando sono più consapevole di me stessa, convinta di ciò che faccio e dico. Da quando ho imparato a dire più "no" che "si".
Perché ad essere sincera l'unico "si" pronunciato in tutta convinzione è stato quel giorno di 37 anni fa, quando andai all'altare, degli altri a venire... diciamo... il 10%? E non sono molti, considerati gli anni, tradotti in mesi, ridotti ai minimi termini in giorni.
Comunque "si" per amor di pace ma pure mortificazione d'animo. Sperando sempre di poter riprendere il discorso ed affermare la propria opinione. Niente di più sbagliato... subito o mai più. Me ne sono resa conto col passare del tempo, quando il numero dei "si" è andato aumentando a dismisura, e le "revisioni"? Archiviate per sempre.
Poi arrivò la malattia. Grande opportunità di crescita inconsapevole, quando senti il tempo che ti pressa e la strada diventare sempre più corta.
Io dico sempre che il cancro mi ha regalato dignità e ridato la mia identità che forse neanche conoscevo. Da allora ho fatto un corso da autodidatta, accelerato... ho imparato a dire "no", nell'immediato, a più riprese, non sempre ma molto spesso.
Per dire si, devo essere convinta, coinvolta, completamente presa. Altrimenti la "cosa" non mi interessa, e tutto vada così come deve. Giro pagina.
La lingua mi doleva... quindi solo qualche cenno del capo, giusto come segno di vita.
Tutto è cominciato con un biscotto troppo inzuppato, masticato in modo esagerato, perciò a vuoto. Il dente, reo incolpevole è finito dove non doveva, e la lingua che in teoria non ha obbligo di obliterazione si è trovata sanguinante.
Che dolore!
Ilarità del mio compagno di vita...
Ma davvero ti fa così male?
Nooo... e che ne parliamo a fare? I miei "accidenti" sono sempre cose da niente. Con piacere gli ho fatto una boccaccia...
Caspita. Esce il sangue. Fai degli sciacqui.
Grazie del consiglio... e intanto è già sparito. Diretto alle Sue mete domenicali. E del resto a me sta pure bene così. Soprattutto da quando sono più consapevole di me stessa, convinta di ciò che faccio e dico. Da quando ho imparato a dire più "no" che "si".
Perché ad essere sincera l'unico "si" pronunciato in tutta convinzione è stato quel giorno di 37 anni fa, quando andai all'altare, degli altri a venire... diciamo... il 10%? E non sono molti, considerati gli anni, tradotti in mesi, ridotti ai minimi termini in giorni.
Comunque "si" per amor di pace ma pure mortificazione d'animo. Sperando sempre di poter riprendere il discorso ed affermare la propria opinione. Niente di più sbagliato... subito o mai più. Me ne sono resa conto col passare del tempo, quando il numero dei "si" è andato aumentando a dismisura, e le "revisioni"? Archiviate per sempre.
Poi arrivò la malattia. Grande opportunità di crescita inconsapevole, quando senti il tempo che ti pressa e la strada diventare sempre più corta.
Io dico sempre che il cancro mi ha regalato dignità e ridato la mia identità che forse neanche conoscevo. Da allora ho fatto un corso da autodidatta, accelerato... ho imparato a dire "no", nell'immediato, a più riprese, non sempre ma molto spesso.
Per dire si, devo essere convinta, coinvolta, completamente presa. Altrimenti la "cosa" non mi interessa, e tutto vada così come deve. Giro pagina.
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