sabato 17 settembre 2016

DOLCI PAROLE


Più mi addentro in certe situazioni, maggiormente mi rendo conto di quanto sia difficile cavarsela senza sentirne il peso.
Non è fatica, né senso di stanchezza... piuttosto peso di responsabilità.
Quando incontro qualcuno che visibilmente mostra l'ansia di "rovesciare il sacco" per alleggerirsi e nello stesso tempo caricarsi di fiducia. Perché in quel preciso momento della Sua storia si sente solo pur circondato da persone che gli vogliono bene, e anche tanto e che proprio per questo temono, hanno paura. Ancor più di Lui che si sente in ballo, e non può non ballare, e intanto gira e gira tanto da sentire la testa vuota e il cuore in gola.
Ma perché deve essere così difficile guadagnare qualche "spicciolo" di sopravvivenza? Come non fosse un diritto, ma un "premio produzione".
Come va...? Le ho chiesto, offrendole la solita caramella...
Insomma... ora si cambia. Cambio cura e luogo. Mi hanno detto che per il caso mio hanno provato tutto. E' andata bene finora, però il corpo mio si è abituato a quei farmaci e quindi non funzionano più. Insomma, c'è da provare con una terapia sperimentale... entrerò in un grande programma che parte dall'America. Io ci voglio provare...
Ma certo... sei coraggiosa, lo so. Una guerriera. Si tratta di approcciare con fiducia al cambiamento, determinata e serena. Andrà bene, funzionerà... vedrai.
La sorella che fino a quel momento era rimasta seduta di fronte, si è avvicinata a lato e ha preso ad inarcare le sopracciglia e storcere un lato della bocca...
Eh, si... dolci parole...
Ho capito che di quel che avevo detto aveva preso per buono meno di un'acca.
Hai ragione, non posso darti torto. Sono dolci parole, anzi per essere precisi... edulcorate. Ma servono a mandare giù bocconi molto amari, e contrastare decisioni salate da prendere. C'è alternativa? L'unica sarebbe aspettare. Cosa poi...? Si paralizza Chi si ostina a restare fermo pur essendogli stato consigliato di passeggiare. Muore Chi non avanza, avendo il nemico alle spalle...
In quel momento era più lei da ascoltare che non la poverina... si fa per dire... che invece doveva essere sostenuta e protetta da se stessa. E' terribile avere il buio avanti e nessuno che fa luce almeno con la tremula fiamma di una candela.
Luce ed oscurità si alternano, in una vita che di fatto non ha paura. Ma quando cala il buio, insorge cupa. Il buio non è un caso, come non lo è la luce. L'uno non esiste se prima non c'è stata l'altra, e l'ha negata. Intanto servirà una piccola luce e qualcuno che la mantenga accesa. Si placherà così pensando, la paura nell'attesa.

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