Oggi... senza perdere la speranza anche di un solo raggio di sole. Che si infiltrasse tra le nubi pesanti e grigie, creando uno squarcio d'azzurro.
Davvero una domenica d'autunno quest'ultima d'estate. Ho dovuto aggiustarmela con qualche pensiero positivo e invertendo l'ordine delle incombenze familiari. A volte rompere la monotonia può risultare un'ottima medicina. Distrae e ridimensiona le ansie. Quando hai un pensiero, un timore latente che si insinua e non abbandona e si avvale di picchi da extrasistole frequente. Come un cielo nuvoloso a zone più dense e buie.
Così vorresti si facesse strada prepotentemente quel raggio pure sottile di sole che aspetti, ma tardando, per vederci chiaro sarai costretto alla luce artificiale. Adeguarti alla situazione del momento e non pensarci, almeno per qualche momento.
Stamattina mi sono messa ai fornelli molto presto. Pranzo della domenica semplice, sano e saporito ma preparato con la cura del passo dopo passo di Chi non ha fretta. E in effetti mi sono imposta una non-fretta che è cosa diversa dal fare tutto con calma, perché ero attenta, precisa per ogni azione in successione. Da non ripetere una seconda volta.
Ogni tanto brevissima pausa per un messaggio, o un'occhiata fuori... piove, non piove, pioverà?
E le prime gocce hanno preso a venire giù, prima lente e rade, poi a scrosci e rovescio. Non solo ticchettio, ma fruscio intenso, avvolgente come il profumo di terra umida ancora calda d'estate.
L'annotare mentalmente ciò che si percepisce col fisico, enfatizza l'emozione e nello stesso tempo dà contorni sfumati e sempre più stretti a quel "pensiero" di ansia latente.
E la mattinata è andata e il pranzo della domenica pure. Poi la magia di un primo pomeriggio, scuro e silenzioso è andata in frantumi a causa di quattro bambini chiassosi, eccitati per la pioggia ormai battente. Due ombrellini variopinti... uno per due bambini... che parevano andassero da soli, portati da un leggero vento rasoterra, accompagnati da chiacchiericcio allegro e risolini.
Pura ingenuità di creature all'inizio della propria strada. Da imitare in qualche modo, riparandosi con un ideale ombrello arcobaleno, fatto di pensieri e azioni positive.
Davvero una domenica d'autunno quest'ultima d'estate. Ho dovuto aggiustarmela con qualche pensiero positivo e invertendo l'ordine delle incombenze familiari. A volte rompere la monotonia può risultare un'ottima medicina. Distrae e ridimensiona le ansie. Quando hai un pensiero, un timore latente che si insinua e non abbandona e si avvale di picchi da extrasistole frequente. Come un cielo nuvoloso a zone più dense e buie.
Così vorresti si facesse strada prepotentemente quel raggio pure sottile di sole che aspetti, ma tardando, per vederci chiaro sarai costretto alla luce artificiale. Adeguarti alla situazione del momento e non pensarci, almeno per qualche momento.
Stamattina mi sono messa ai fornelli molto presto. Pranzo della domenica semplice, sano e saporito ma preparato con la cura del passo dopo passo di Chi non ha fretta. E in effetti mi sono imposta una non-fretta che è cosa diversa dal fare tutto con calma, perché ero attenta, precisa per ogni azione in successione. Da non ripetere una seconda volta.
Ogni tanto brevissima pausa per un messaggio, o un'occhiata fuori... piove, non piove, pioverà?
E le prime gocce hanno preso a venire giù, prima lente e rade, poi a scrosci e rovescio. Non solo ticchettio, ma fruscio intenso, avvolgente come il profumo di terra umida ancora calda d'estate.
L'annotare mentalmente ciò che si percepisce col fisico, enfatizza l'emozione e nello stesso tempo dà contorni sfumati e sempre più stretti a quel "pensiero" di ansia latente.
E la mattinata è andata e il pranzo della domenica pure. Poi la magia di un primo pomeriggio, scuro e silenzioso è andata in frantumi a causa di quattro bambini chiassosi, eccitati per la pioggia ormai battente. Due ombrellini variopinti... uno per due bambini... che parevano andassero da soli, portati da un leggero vento rasoterra, accompagnati da chiacchiericcio allegro e risolini.
Pura ingenuità di creature all'inizio della propria strada. Da imitare in qualche modo, riparandosi con un ideale ombrello arcobaleno, fatto di pensieri e azioni positive.
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