mercoledì 27 maggio 2015

QUEL SENSO DI APPARTENENZA


Sono questi gli ultimi incontri del GAMA... tempo di bilanci e di autocritica forte, quella che fa il punto sulla "posizione" individuale rispetto al gruppo, e la tempra.
Ieri hanno parlato proprio Tutti, perché a Tutti è stata posta una domanda precisa...
Che senso di appartenenza ha per Te questo gruppo?
Premettiamo che quando si tratta di questo, uno dei traguardi dello sviluppo psicologico è il raggiungimento del giusto equilibrio tra indipendenza e appartenenza ad un gruppo. Vivere in gruppo in modo sano non è un compito semplice ed è fondamentale perché nel soggetto si formi l’identità sociale. L’Io come individualità cresce così in parallelo con un "Noi" variegato.
L’adesione al piccolo gruppo è una delle forme di socialità più comuni per l’essere umano. Il piccolo gruppo è numericamente ridotto, ma è costituito da persone che sono legate da un qualche vincolo di appartenenza. Il senso del Noi caratterizza il passaggio da "un insieme di individui" al "gruppo" ed è linguisticamente marcato dall’uso della prima persona plurale da parte dei membri. Questo passaggio è dato dal costituirsi di una forma di interdipendenza psicologica, in cui il tutto è qualcosa di più della semplice somma delle parti e fa del gruppo un’entità compiuta. Ci sono due vie per raggiungere questo obiettivo. La prima è attraverso l’interdipendenza del compito, il gruppo è accomunato dal raggiungimento di un obiettivo. Ogni membro sa collocarsi nella rete relazionale in base al proprio apporto creando una cooperazione vicendevole tra i membri. Il secondo tipo di interdipendenza è quello del destino comune, in questo caso sono le vicende personali e le relazioni interpersonali ad essere talmente significative da cementare il gruppo. Per quanto riguarda il Nostro GAMA, tanto particolare perché considerato "gruppo di frontiera", l'interdipendenza del compito e quella del destino comune si unificano in quella sola della "reciprocità". Persone che condividendo un percorso comune, un vissuto di dolore si prefiggono di arrivare comunque ad un traguardo nel migliore modo possibile.
Per questo dovrebbero essere partecipi TUTTI INSIEME a qualsiasi momento, difficile o gioioso del singolo. E quel singolo di rimando, sentirsi "uno del Tutto".
Questa è stata infatti la mia risposta, espressa esattamente in questi termini... mi sento uno di un Tutto, e di questo me ne faccio carico.
L'ho detto, e poi tornata a casa sono andata un po' in crisi... riesco sempre a far coincidere l'azione col pensiero? Facile non è. Pochi sono gli alibi e grande la responsabilità... come dire, sentirsi in famiglia quando fa comodo o a tempo perso. Un gruppo qualsiasi di auto mutuo aiuto è già un impegno, questo in particolare... è una grande responsabilità. Perché ci si affeziona, si diventa anche non volendo punto di riferimento l'uno dell'altro, e una parola in più o in meno o sbagliata, come pure un sorriso mancato o negligenza sia pure non voluta, possono arrecare senso di vuoto e solitudine.
Si è composto alla fine un "puzzle" di emozioni, espresse con alcuni termini ricorrenti... serenità, condivisione senza timore di essere giudicati, affetto sincero, comprensione...
Ci vogliamo bene, insomma e in questo "essere Insieme" troviamo strategie e risorse oltre la "sopravvivenza".

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