Emoticon heart
Quel che mi serviva stamattina non avevo fatto in tempo a prenderlo, per fare il più presto possibile... senza sapere che sarebbe stato necessario anche doppio, un doppio caffè nero e bollente.
Come fissato dalla settimana scorsa, oggi... mercoledì, con mio marito ci siamo avviati assai di buonora verso l'ASL a causa di quel rinnovo per cui tanto fiato ho sprecato.
Entro nella stanza senza porta, mi guardo intorno... già tanta gente e dei numeri neanche l'ombra. Chiedo e mi viene risposto... metti una firma qui... sul retro bianco di un modulo usato e pure sgualcito.
Metto la firma lì... sarei la n.25, oltre 35 scarsi non si doveva andare, sono le 8 del mattino... aspettativa del giorno poco felice. Nervosismo e acre odore di sudorazione serpeggia ad ogni movimento. Mi metto a sedere, ripetendo a me stessa che la pazienza è la virtù dei forti, e se tale mi ritengo non posso tradire la consegna.
Al solito prendo a sbirciare sui volti dei presenti, ho poca voglia di parlare... mi limito a guardare e pensare e ricordare. E' vero 5 anni fa feci la stessa fila, ma non proprio là, dietro una di quelle due porte a lato, e mentre guardo, vedo "migrare" una signora. Si sposta da quella che doveva essere una fila ad uno sportello ancora chiuso. Mi allerto e mi alzo e chiedo... alla signora, perché?
Ci si rivolge qui per le patologie... è la risposta.
E intanto sentivo pronunciare il mio cognome là dove facevano l'"appello"...
Lo vuole il numero... o no?
Prendo il bigliettino, sembra riciclato come il foglio per le firme perché da un lato c'è stampato il 32 e dall'altro scritto a penna 25... va be, non sottilizziamo, fosse solo quello, manco niente sarebbe. Stacco poi il numero per lo sportello... n. 29.
A guardarli così sembrano numeri da giocare... 25... 29... 32, magari ci farei un bel terno secco, se la buona sorte mi strizzasse l'occhio.
Pensavo così nell'attesa, ignara che l'avrei chiamata in causa... la sorte, poco dopo per motivi ben più seri.
E per ora mi fermo qui, ma al solito a tarda sera concluderò con questa "storia" che per una settimana e più mi ha stancato, sfibrato, avvilito oltre che deluso.
Tutto per un diritto sacrosanto alla salute, che non devo "acquistare" ma deve essermi garantito.
(continua...)
Come fissato dalla settimana scorsa, oggi... mercoledì, con mio marito ci siamo avviati assai di buonora verso l'ASL a causa di quel rinnovo per cui tanto fiato ho sprecato.
Entro nella stanza senza porta, mi guardo intorno... già tanta gente e dei numeri neanche l'ombra. Chiedo e mi viene risposto... metti una firma qui... sul retro bianco di un modulo usato e pure sgualcito.
Metto la firma lì... sarei la n.25, oltre 35 scarsi non si doveva andare, sono le 8 del mattino... aspettativa del giorno poco felice. Nervosismo e acre odore di sudorazione serpeggia ad ogni movimento. Mi metto a sedere, ripetendo a me stessa che la pazienza è la virtù dei forti, e se tale mi ritengo non posso tradire la consegna.
Al solito prendo a sbirciare sui volti dei presenti, ho poca voglia di parlare... mi limito a guardare e pensare e ricordare. E' vero 5 anni fa feci la stessa fila, ma non proprio là, dietro una di quelle due porte a lato, e mentre guardo, vedo "migrare" una signora. Si sposta da quella che doveva essere una fila ad uno sportello ancora chiuso. Mi allerto e mi alzo e chiedo... alla signora, perché?
Ci si rivolge qui per le patologie... è la risposta.
E intanto sentivo pronunciare il mio cognome là dove facevano l'"appello"...
Lo vuole il numero... o no?
Prendo il bigliettino, sembra riciclato come il foglio per le firme perché da un lato c'è stampato il 32 e dall'altro scritto a penna 25... va be, non sottilizziamo, fosse solo quello, manco niente sarebbe. Stacco poi il numero per lo sportello... n. 29.
A guardarli così sembrano numeri da giocare... 25... 29... 32, magari ci farei un bel terno secco, se la buona sorte mi strizzasse l'occhio.
Pensavo così nell'attesa, ignara che l'avrei chiamata in causa... la sorte, poco dopo per motivi ben più seri.
E per ora mi fermo qui, ma al solito a tarda sera concluderò con questa "storia" che per una settimana e più mi ha stancato, sfibrato, avvilito oltre che deluso.
Tutto per un diritto sacrosanto alla salute, che non devo "acquistare" ma deve essermi garantito.
(continua...)
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