Emoticon heart
Decisi che avrei semplificato la mia vita da quel giorno in poi... quando erroneamente pensai che per me i giochi erano fatti e dopo un po' venni smentita.
Oggi dico, meno male... e non solo perché sono qui a raccontare, ma per quella grinta ritrovata che non fa passare nulla sotto silenzio, e mi porta a replicare, sia pure con garbo, quando sono certa di essere nel giusto.
E riprendo la storia che non dovrebbe, dopo aver dato tanto alla "nobile causa", già col sentir dire da Chi penso sappia e debba fare il "suo"... ma si, ormai la malattia è in regressione, non penso convenga, sono passati 5 anni...
Ma dico... scherziamo?! Da che parte stai?
Passi che non mi fu concesso l'accompagnamento per l'anno di chemio e ancor meno la pensione di invalidità per un solo punto percentuale, ma che io ora debba pagare per tutti i controlli, cercando di mettere insieme il più possibile, anni o forse mesi di sopravvivenza, questo... no.
Così incurante, anzi infastidita da simili sciocchezze, mi sono rivolta all'oncologo che mi segue. Ha sorriso, mi ha rassicurato... è stato sincero.
Ora la malattia non c'è, ma dovrò a vita sottopormi ai controlli richiesti... nessuno sa né mai potrà sapere.
Di questo ero già consapevole, e avevo deciso il giorno stesso che mi fu detto... per ora ti licenzio, che avrei cambiato atteggiamento in tutto, basandomi sulla semplificazione dei termini. Un impegno invece di due... il prioritario sempre e solo secondo me.
E poi... mai più arrabbiature inutili, giusto per dare sfogo ad enfasi verbale o insoddisfazioni pregresse, ma lucidi confronti per migliorarsi e guardare avanti.
Poter continuare a dire di me... ce l'ho fatta anche stavolta ad essere "autenticamente" me stessa.
Quella che per tanti anni non pensavo... e tacita sopiva.
(continua...)
Oggi dico, meno male... e non solo perché sono qui a raccontare, ma per quella grinta ritrovata che non fa passare nulla sotto silenzio, e mi porta a replicare, sia pure con garbo, quando sono certa di essere nel giusto.
E riprendo la storia che non dovrebbe, dopo aver dato tanto alla "nobile causa", già col sentir dire da Chi penso sappia e debba fare il "suo"... ma si, ormai la malattia è in regressione, non penso convenga, sono passati 5 anni...
Ma dico... scherziamo?! Da che parte stai?
Passi che non mi fu concesso l'accompagnamento per l'anno di chemio e ancor meno la pensione di invalidità per un solo punto percentuale, ma che io ora debba pagare per tutti i controlli, cercando di mettere insieme il più possibile, anni o forse mesi di sopravvivenza, questo... no.
Così incurante, anzi infastidita da simili sciocchezze, mi sono rivolta all'oncologo che mi segue. Ha sorriso, mi ha rassicurato... è stato sincero.
Ora la malattia non c'è, ma dovrò a vita sottopormi ai controlli richiesti... nessuno sa né mai potrà sapere.
Di questo ero già consapevole, e avevo deciso il giorno stesso che mi fu detto... per ora ti licenzio, che avrei cambiato atteggiamento in tutto, basandomi sulla semplificazione dei termini. Un impegno invece di due... il prioritario sempre e solo secondo me.
E poi... mai più arrabbiature inutili, giusto per dare sfogo ad enfasi verbale o insoddisfazioni pregresse, ma lucidi confronti per migliorarsi e guardare avanti.
Poter continuare a dire di me... ce l'ho fatta anche stavolta ad essere "autenticamente" me stessa.
Quella che per tanti anni non pensavo... e tacita sopiva.
(continua...)
Anch'io dopo il periodo di salute negativo dell'anno scorso ho deciso che un aiuto per riprendere in mano la mia vita fosse la semplificazione e devo dire che ha funzionato. Buona settimana Mary, scusa se ho latitato dal tuo blog, ma ho avuto un periodo lavorativo un po' tosto, ora sarò più assidua da te e dalle mie altre amiche blogger, ciao
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