Gliel'ho detto appena stamattina... Ti ho visto a testa nuda, poi con la bandana e ancora con la parrucca, ora con i Tuoi capelli, ma gli occhi sono stati sempre quelli. Con una luce dentro, neri e vivaci come di un cerbiatto incuriosito e mai spaventato.
Lei ha sorriso, e poi ha aggiunto... non sei la prima a dirmelo.
Prova che non è stato l'affetto a rendere generoso il mio giudizio, e comunque l'ha precisato... veramente, già da prima ero così.
E ancora una volta mi sono ritrovata a dar ragione a chi sostiene che dopo tutto restiamo sempre gli stessi.
Una malattia come il cancro ad esempio, non trasforma, non cambia il carattere del soggetto ma ne potenzia le peculiarità, positive o negative che esse siano.
Quando ero in terapia me lo ripetevano spesso... stai vivendo questa situazione in modo positivo perché lo sei già di tuo, anche se non te ne sei mai resa conto.
Cominciai a convincermene e poi ho continuato a... crederci, incredibilmente da quel momento.
Mi sentivo diversa ma ero sempre la stessa.
E' come rivedere una vecchia fotografia e riconoscersi a mala pena... qualche ruga in meno, forse anche qualche chilo e la giovinezza che non c'è più. Ma sono proprio io? Il dubbio svanisce completamente quando si arriva agli occhi... quelli non cambiano mai se non che diventano più belli con la "luce dell'età". E se poi nel corso degli anni qualche "esperienza forte" c'ha temprato, gli occhi riveleranno anche questo, con l'accenno di sfida di chi, determinato non si arrende mai.
Come fosse entusiasmo al risveglio mattutino, lo sguardo sa trasmettere speranza. Passa dai ricordi, attraverso una serie di emozioni ancora a pelle, fino ad una quiete d'animo. E comunica e ristabilisce una certa calma.
Tornano lucidità e pensieri positivi, e il contagio si diffonde a Chi è vicino, poi piano piano tutto intorno.
Ed è serenità.
Quell'Amica, l'ho abbracciata stamattina... ma come ho fatto prima, fino ad ora senza Te?
Sono state le mie parole a quegli "occhi da cerbiatto".
Lei ha sorriso, e poi ha aggiunto... non sei la prima a dirmelo.
Prova che non è stato l'affetto a rendere generoso il mio giudizio, e comunque l'ha precisato... veramente, già da prima ero così.
E ancora una volta mi sono ritrovata a dar ragione a chi sostiene che dopo tutto restiamo sempre gli stessi.
Una malattia come il cancro ad esempio, non trasforma, non cambia il carattere del soggetto ma ne potenzia le peculiarità, positive o negative che esse siano.
Quando ero in terapia me lo ripetevano spesso... stai vivendo questa situazione in modo positivo perché lo sei già di tuo, anche se non te ne sei mai resa conto.
Cominciai a convincermene e poi ho continuato a... crederci, incredibilmente da quel momento.
Mi sentivo diversa ma ero sempre la stessa.
E' come rivedere una vecchia fotografia e riconoscersi a mala pena... qualche ruga in meno, forse anche qualche chilo e la giovinezza che non c'è più. Ma sono proprio io? Il dubbio svanisce completamente quando si arriva agli occhi... quelli non cambiano mai se non che diventano più belli con la "luce dell'età". E se poi nel corso degli anni qualche "esperienza forte" c'ha temprato, gli occhi riveleranno anche questo, con l'accenno di sfida di chi, determinato non si arrende mai.
Come fosse entusiasmo al risveglio mattutino, lo sguardo sa trasmettere speranza. Passa dai ricordi, attraverso una serie di emozioni ancora a pelle, fino ad una quiete d'animo. E comunica e ristabilisce una certa calma.
Tornano lucidità e pensieri positivi, e il contagio si diffonde a Chi è vicino, poi piano piano tutto intorno.
Ed è serenità.
Quell'Amica, l'ho abbracciata stamattina... ma come ho fatto prima, fino ad ora senza Te?
Sono state le mie parole a quegli "occhi da cerbiatto".
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