Ma davvero incompetente... e per questo continuavo a... esserle vicino come sapevo e potevo. Intanto mi ero documentata su quel nuovo trattamento... termoablazione a radiofrequenza... e di quelle informazioni le riferivo ciò che serviva per rassicurarla e infonderle fiducia.
"Si, hai ragione... non devo mollare, è chiaro che Dio vuole che confidi in Lui. Aspettiamo...", e di aspettare aveva pazienza a sufficienza, anzi... avevamo, però come "ostacolo" da superare era per Noi il "tempo", e mai avremmo pensato ad altri "inconvenienti collaterali".
Eh già, l'attesa era iniziata e pure continuava, Lei "si affacciava" ogni tanto e la risposta era sempre la stessa... le faremo sapere, forse tra una settimana, dieci giorni, giorno più giorno meno...
E chissà come e perché i giorni erano sempre più e... più.
A me personalmente sembrava un copione già letto, comunque per non perdere il filo di questa storia già di per sé lunga e tediosa... nel frattempo continuano le terapie, la sperimentale e lo ZOMETA e all'improvviso compare una febbricola, sempre della stessa intensità per un paio di ore nel tardo pomeriggio.
"Sarà stato un colpo d'aria... ieri è stato ventoso e pure piuttosto fresco... passerà...", diceva Lei, poi antipiretico e grande cautela... "... che vuoi, sono immunodepressa...".
Passa la prima settimana e non succede nulla, cioè la febbricola è sempre lì, fastidiosa e subdola, a metà della seconda, restando la situazione sempre uguale, decide di informare l'oncologa.
Giornata negativa su tutti i fronti, probabilmente... perché si sente aggredita, colpevolizzata tanto da dimenticare le domande che si era promessa di fare, domande nate dalla paura incalzante e da dubbi in successione. Le viene detto, anzi ingiunto di sbrigarsi... fare pressione allo specialista... e poi in breve tempo una TAC, urgentissima. Altro non le viene spiegato. In un momento di sfogo esasperato, parlando con me si lascia andare e dice ciò che non aveva mai detto... "... se deve essere così, meglio che io non sia..."
A questo punto mi sono ritrovata ad essere dura pure io... MAI, va detto questo, equivale a gettare la spugna... e non va bene MAI. Avessimo un solo giorno da vivere... MAI.
Lei si riprende e comincia un altro iter... da sola, con il parziale supporto dei familiari che cominciano ad essere più che disorientati. TAC prenotata, va dallo specialista e qua cominciano i "problemi" che se non fossero tali e tanti, sarebbero argomento per "barzelletta"...
PRIMO... mancano gli aghi.
SECONDO... gli aghi me li faccio prestare, ma cercati un posto letto.
TERZO... trovato il posto letto, manca l'anestesista.
QUARTO... se trovi l'anestesista, va bene... ma nessuno mi può prestare gli aghi.
QUINTO... siamo nel mese di agosto. Sai che facciamo?... rimandiamo tutto a dopo ferragosto. Ci facciamo sentire Noi.
Ma NOI... chi?... verrebbe da chiedere. Sembra il gioco dell'oca, si paga pegno e si torna indietro. E chi tira in aria i "dadi" poi si nasconde pure.
"Ormai mi resti Tu... a farmi coraggio e compagnia. Ho preso dalla scatolina che mi hai regalato una caramella e a caso un fiocchetto di tenerezza. C'era scritto... Alcuni pensano che tener duro voglia dire solo non mollare. Ma a volte è anche lasciarsi andare. Ho capito così che dopo aver fatto tutto ciò che dovevo, è tempo che mi fidi ed affidi. Aspetterò e sarò più forte... poi tornerò a lottare e sarò determinata come non mai".
Ed io continuerò ad... ascoltarla perché non si senta sola, aspettando... ferragosto.
Grazie, Giancarlo... buone vacanze anche per Te.
RispondiEliminaUn affettuoso saluto
Mary