"Qualche anno dopo, sempre d'estate...", potrebbe essere il sottotitolo alla scena di un film o l'inizio del capitolo a metà di un romanzo. Entrambi legati ad una trama che si svolge secondo un ordine logico e preciso, non ci sarebbe spazio per cambiamenti e finali a sorpresa. Ma nel caso specifico questa frase vuole essere introduttiva, esplicazione della mia vita che continua... e che evolve in mille sfaccettature.
Come qualche anno fa nel mese di agosto, una domenica pomeriggio di gran caldo.
Nelle prime ore del dopo pranzo, intenta a sfaccendare in cucina i ricordi mi raggiungono senza invito, non ne hanno bisogno, ospiti sempre presenti solo apparentemente nascosti dalla vita che va. Anche la colonna sonora non cambia, la melodia di una fisarmonica suonata da un rumeno, sempre lo stesso, per attirare l'attenzione di qualche raro passante.
Oggi comunque non sono da sola nella mia casa, mio marito riposa, mio figlio è di là... e Biù Biù fa la pennichella pomeridiana col muso ancora appoggiato al suo osso "della nanna".
Eppure a tratti vivo momenti di "intensa solitudine"... sarà colpa di questa atmosfera da bistrot parigino, velata di sottile tristezza, o dell'aria rarefatta dalla grande calura. E poi ci sono i pensieri di un "giorno di festa", quando forzatamente sono lontana dalla "nuova consuetudine", ed i ricordi inevitabili di "quell'estate" che si accavallano a tali pensieri e si intrecciano pure con essi quasi a formare una spirale.
Difficile è districarsi.
Così ripenso ad allora... quando i miei figli erano sempre in casa, le mie sorelle mi telefonavano anche più volte al giorno, non ero mai sola e sentivo ugualmente un vuoto interiore, come fossi stata in un recinto e tutto intorno niente altro che buio e silenzio.
Una strana sensazione che oggi riconosco come causa all'origine di quella odierna... di intensa solitudine, pur comprendendone tutta l'assurdità.
Sotto questo aspetto è come se il "mio tempo" si fosse fermato a quell' "estate senza stagione"... quando non percepivo neanche il caldo, non sudavo, e avevo sempre le mani fredde... praticamente ibernata in attesa di tornare a nuova vita.
Dopo un momento buio, mentre imparavo ad amarmi di più e a dare importanza all' "autenticità" della mia esistenza.
Conosco molto bene la solitudine, anche quando siamo a casa tutti e tre.... Poche sono le parole che ci scambiamo, ognuno fa le proprie cose, e i miei pensieri sono sempre "grigi" nella mia mente. Buona settimana cara Mary, un abbraccio.
RispondiEliminaLa solitudine è uno stato interiore, lo si può essere anche in mezzo a cento persone.
RispondiEliminaL'ho provata anch'io e certe volte è stata dura, altre volte me la sono cercata un pò di solitudine.