giovedì 15 novembre 2018

SENTIRSI TUTT'UNO


Non si può vivere astratti dall'ambiente circostante, non si può praticare alcuna attività senza sentirsi tutt'uno con Chi si entra in relazione. E' una realtà inconfutabile, anche se non sempre è in automatico e l'armonia è una conquista.
Occorre prestare ascolto, prendere in considerazione, non arroccarsi sulle proprie idee, stimandole uniche e assolute. Ci vuole umiltà, insomma e incontrarsi a metà strada è la soluzione migliore.
Nel volontariato questa condotta è indispensabile, si mette da parte la professione per farne competenza disponibile, non esiste alcun individualismo e al contrario la totale uniformità. Sentirsi tutt'uno per essere insieme.
Se ci si mette in gioco, è ovvio considerare possibili critiche e bocciature, contrasti e tutto da ricominciare. Si cresce così e si migliora, poiché la perfezione non esiste.
Di questo, personalmente ho avuto percezione da sempre ma solo ora, da quando "Tutto cominciò", ne ho consapevolezza.
Una volta, temendo di peccare per presunzione ne parlai con persona degna di fede.
Mi fu risposto che alla fine quel che contava veramente era il "risultato finale", la "summa" delle azioni che davano origine al bene per gli Altri. Come risposta non la trovai molto chiara e così continuai a essere quel che ero, senza farmene più un problema o quasi.
Il tempo è trascorso e mi ritrovo oggi a confrontarmi sempre con ansia, angoscia e dolore, a superare qualche volta il magone con determinazione e sorriso, e di nuovo a sentirmi tutt'uno con tutto questo grazie alla passione per quello che faccio.

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