Un giorno mi arriva una Sua telefonata...
"Sai, ho fatto la TAC... ho appena ritirato l'esito. Non ci capisco niente, mi preoccupavo per i polmoni e qua... leggo una lesione al fegato e diverse altre in più punti dello scheletro. Ma che mi sta succedendo?...", e mentre mi riferiva la voce diventava flebile, anche se dava "cenni" di sorriso per farsi coraggio. Non potevo vederla, ma percepivo quel Suo timido tentativo... per non crollare del tutto.
Aveva già fissato l'appuntamento con l'oncologa, cercai di rincuorarla come potevo...
Non nascondo che mi ero sentita in difficoltà nel trovare tono e parole giuste, perché la "seconda volta" può essere una batosta peggiore quando si è rimossa del tutto l'idea e non ci si sente più appartenenti a quella "realtà" che ha già fatto tanto male. Dovevo andare cauta... non illudere ma nemmeno fare ombra alla speranza. Forse in parte ci riuscii...
Così ci rivedemmo in reparto, proprio il giorno della visita. Venne fuori da quello studio come se l'avessero spinta di forza e non se ne fosse accorta.
Allora...? le chiesi, mi rispose con un... boh, non so che cosa pensare perché non c'ho capito niente, ma forse l'ho ascoltata fino ad un certo punto.
Era comprensibile, sentendosi tradita da se stessa che, illusa aveva cantato vittoria, cercava di capire quale sarebbe stato il prezzo da pagare questa volta.
Intanto accantonata per il momento la situazione dei polmoni perché stabile, bisognava agire su due fronti... ossa e fegato, soprattutto sulla lesione che riguardava quest'ultimo era necessario intervenire tempestivamente. E mentre si prendeva la decisione per altri mesi di chemioterapia con un farmaco sperimentale in compresse, si parlò pure di "alcolizzazione" per bruciare la metastasi epatica. Si trattava di una tecnica nuova, iniettare alcol a 95° direttamente nel fegato dopo aver localizzato tramite ecografia la parte da trattare. Lei ne sentiva parlare per la prima volta, era logico che si sentisse smarrita diciamo anche impaurita, per giunta aveva chiesto il parere di qualche altro medico e, come spesso accade, non tutti erano concordi sull'efficacia dell'intervento. Forse avrebbe fatto meglio a fidarsi e non rimuginare... almeno le sarebbe rimasta quel po' di serenità che tanto faticosamente cercava di guadagnare.
(continua...)
Nessun commento:
Posta un commento