Come gli occhi sono lo specchio dell'animo, così i sogni possono essere definiti la "via d'uscita" sul Nostro inconscio. Imparare ad interpretarli, significa conoscerci meglio e riuscire a dare un senso ad ogni gioia e turbamento.
Prima di questi ultimi quattro anni sognavo spesso, quasi ogni notte e ricordavo pure tutto, persino i particolari, compresi profumi e rumori.
Oggi non succede più o assai raramente. Per questo l'altra mattina mi sono levata con un vago senso di confusione... quando ci si disabitua a qualcosa e poi questa riprende, sei contento perché ci vedi il ristabilirsi della normalità ma nello stesso tempo c'è incredulità e disorientamento, come se dall'esterno guardassi tutto, ma capitato ad Altri e non a Te.
L'ultima volta che avevo fatto un sogno era stato alla fine delle terapie, in verità non proprio bello perché mi riportava al tempo del tumore stesso. All'improvviso quell'orribile "bozzo" era di nuovo lì, ad opporre resistenza sotto le dita... avrei dovuto di nuovo subire l'intervento... e poi la chemio! Mi accarezzavo i capelli, pensando che li avrei persi di nuovo... per fortuna però, avevo la parrucca... sarei stata "bella" come la "prima volta".
Al risveglio, constatando che la nuova realtà persisteva, mi ero sentita leggera e... contenta, al pari di Chi è riuscito a liberarsi di un fardello di sassi strada facendo.
Da allora di sogni certamente ne avrò fatti, ma non ne ho mai avuto il ricordo... forse era necessario che riprendessi del tutto in mano le redini della mia vita perché potessi riconquistare la consapevolezza di quella onirica. Evidentemente è stato così, man mano che il tempo è trascorso ho elaborato il lutto per la perdita di quella parte di me, ed ora mi sono ritrovata pronta a ricominciare...
E l'altra notte ho fatto un sogno... l'unica "persona familiare" però ero io stessa, le altre che si muovevano intorno erano note, ma non appartenenti alla mia cerchia di parenti. Poi era un po' giorno e un po' notte... poteva essere un'alba come pure un tramonto, e mi trovavo su un ponte non bene illuminato. Avrei voluto tornare indietro, alla mia casa... ma quei "personaggi" mi trattenevano con sorrisi e lusinghe. Mi lasciavo convincere ma mi sentivo inquieta...
Nel momento stesso che la volontà è riuscita a prendere il sopravvento... ho riaperto gli occhi, finalmente sveglia. Mi sentivo tranquilla ma non del tutto lucida... sgombrando poi di ogni pensiero la mente, ho rimesso insieme le "tessere" di quella storia apparentemente senza capo né coda... ho cercato di darle un senso. Aveva una certa drammaticità ma non poteva essere definita un incubo, forse era la "rappresentazione" del mio stato attuale... ancora su un "ponte" tra il passato che mi contende e il futuro che mi aspetta. Non tutto è chiaro e per questo scarsa è la luce e inquieto è l'animo.
Ma c'è comunque la "volontà"... alla fine dovrà pure prevalere e, superati gli ultimi imprevedibili scogli, allora sarà giorno davvero e completa lucidità di pensiero.
Con equilibrio e senza alcun condizionamento. Nessuno davvero.
Io non sono un'esperta di sogni, però credo che sia come dici tu, forse ti senti ancora in bilico, in sospeso... ma se c'è volontà , come hai scritto tu stessa, prevarrà ;-)
RispondiEliminaCiao, Cri... voglio credere in questa mia interpretazione. E' lo sprone giusto per continuare a... con speranza.
RispondiEliminaUn bacio...
Mary