Questi ultimi giorni sono stati così densi di "note" che non saprei quasi da dove prendere il discorso... può essere anche venga fuori senza ordine preciso e alquanto strampalato. E' per me tempo di controlli periodici, e come sempre il pensiero mi prende e nello stesso tempo si fa strada, senza che io possa ovviamente controllarlo. Ma questo è... e tanto sarà, e per fortuna nei mesi d'intervallo tutto si cheta, anche la mia fervida e veloce "fantasia".
A volte penso a come potrei sentirmi se non avessi sempre "Cuore" e "Mente" distolti da me e da ciò che mi riguarda... starei senz'altro peggio, perché vacillante a causa di "paraocchi" egoistici e limitanti. Pur tuttavia è anche vero che in alcuni momenti, fragile come sono, divento vulnerabile e facile all'abbandono emotivo.
Come è capitato giorni fa, appunto...
In una stanza incontro un paziente per la prima volta... è in compagnia di altri due, offro a tutti caramelle e tutti ne prendono, ma mentre gli altri cominciano a far battute e parlare allegramente, Lui accenna un mezzo sorriso e resta in silenzio... per un po'. Mi avvicino discretamente per salutarlo e andare via, e a questo punto racconta la Sua storia che subito appare come la "summa" di tutto il dolore possibile. Tumore... Lui, due dei Suoi figli con malattie serie per fortuna superate, ma l'"apice" è raggiunto quando afferma di aver subito una "batosta" più grande... il colpo di grazia per l'intera famiglia.
"Mia moglie se ne è andata...", nell'immediato resto più che perplessa... è vero, succede che il coniuge malato venga spesso lasciato solo, ma di solito è l'uomo a comportarsi così, una donna lo fa assai raramente... perché di natura "accudente" perché paziente, ma soprattutto coraggiosa.
"... è andata via?", quasi sussurro. Lo sguardo improvviso e rapido dell'infermiera presente nella stanza, mi fa realizzare la verità ancora prima che sia Lui a comunicarmela.
"... è morta un mese fa... un attacco cardiaco. Negli ultimi tempi si era fatta carico di tutto, senza mai farci pesare nulla. Non ha retto. Ora mi restano i figli... un ragazzo ancora da sistemare, due figlie sposate con bambini. Ogni giorno siamo tutti insieme, pranziamo insieme, e il ricordo di Lei è vivo come una presenza..."
Resto senza parole... ma qualcosa devo pur dire. A malapena viene fuori... mi dispiace.
Poi Lui riprende...
"... è dura, è assai dura per me adesso continuare. Mi sento solo, ma non perché io lo sia davvero, mi sento solo... dentro, come avessi un vuoto. Mi manca tremendamente. E poi c'è una cosa che mi fa rabbia... andare al cimitero con l'ansia di trovarla, e invece ritrovare me, impalato come un povero illuso davanti ad una lapide di marmo. E' freddo il marmo... è freddo tutto intorno. Preferisco restare a casa, tirar fuori dalla tasca la fotografia che porto sempre con me, guardarla... e parlarle coi pensieri..."
Le parole man mano gli si smorzano... ingoia a vuoto e caccia indietro quelle lacrime appena accennate negli occhi.
Sento che, se non vado via in fretta... io non potrò fare altrettanto. Solo qualche parola ancora, poi gli tendo la mano...
"Ciao, allora... ci vedremo alla prossima. Il mio nome è Maria".
Mentre mi stringe la mano, gli si apre un largo sorriso... "Maria... anche mia moglie si chiama così. Maria."
Ora davvero "devo" andare...
Un solo passo, e sono fuori dalla porta.
Quanta forza bisogna avere dentro per fare ciò che fai... e quanta benedizione porti nella vita di queste persone. Un solo sorriso è un dono, così come la presenza e la sensibilità... che il Signore possa dartene sempre in abbondanza per te e da donare agli altri ♥
RispondiEliminaLo spero, cara Vivy... perché ne ho davvero bisogno, e poi sempre di più. Il dolore, la paura o meglio l'angoscia intorno, sono enormi... da togliere a volte il respiro.
EliminaE non posso ritirarmi. Non me lo perdonerei.
Grazie di tutto e un abbraccio.
Mary