Ma l'essere "meno indisponibile" sarà come essere "più o meno disponibile"?
Me lo chiedo e analizzo entrambe le espressioni.
La prima presuppone che comunque non si è disponibili... quindi in pratica non si è apprezzati come chi è disponibile... più o meno.
Ma forse servirebbe riflettere riguardo a che cosa e quanto in entrambi i casi si possa essere indisponibili... meno, o disponibili... più o meno.
Non conta forse, pur nella possibilità di errore... il criterio individuale?
Chissà...!
Lo dico a te, che sembri essere la "meno indisponibile"...
Sentita così, immediatamente mi era venuto di rispondere... pure!?... poi mi sono trattenuta, non era tempo e modo per ribadire un concetto tante volte espresso. Faccio quel che devo fare ma solo se a me pare opportuno.
Sono forte, è vero... più che forte, dotata di uno scudo paracolpi sul Cuore, sento le fitte ogni volta ma non restano cicatrici. Perché gli eventi dolorosi e tutto ciò che li precede e segue, rimbalzano e cadono nel vuoto... resta solo un'"ammaccatura" appena accennata, a ricordo di quel che è stato.
E gli "esiti" diventano "filtro" per quel che pare opportuno o meno. Anche come "segni" portano peso, perché col tempo sono tanti e tanti, e lo "spazio" dentro senza lividi è sempre più esiguo. Di conseguenza... penso e ci ripenso, approvo e subito dopo disapprovo ciò che io stessa ho deciso. Dico... ma si, poi si vedrà, e intanto vedo già e mi ritrovo a ripetere... chi sono io per decidere, col rischio di "calpestare" un animo percorso dal dolore e dalla ripetuta angoscia?
Per questo, va bene si... non sembro ma sono la meno indisponibile, se questo vuol dire pensarci bene e poi fermarsi ad accarezzare e non andare oltre.
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