Mi era capitato di tutto... qualcuno che in tutta fretta trovava scampo nel bagno, oppure fingeva di dormire o addirittura si copriva gli occhi con una sciarpa... pur di evitare la forzata intrusione estranea, ma che mi si accogliesse coi versi di Petrarca, proprio no... né l'avrei mai immaginato.
"Solo e pensoso i più deserti campi vo mesurando a passi tardi e lenti... e poi non la so più..."
Nemmeno io... ho replicato... come del "5 maggio" ricordo solo i primi dieci versi.
Improvviso afflato poetico o semplicemente reminiscenze scolastiche?... probabilmente da parte di quell'Amico un modo come un altro per "rispondere" con disinvoltura alla mia innocente ma non so fino a che punto opportuna, invasione... e il mio seguirlo nel Suo verseggiare come assecondarlo docilmente, quasi per chiedergli scusa.
Poi però, abbiamo preso il liscio... e non c'è stato più alcun imbarazzo... davvero.
Finalmente... ma tutto è da capire... il "prima" e il "dopo" perché si può fare pure un gran parlare, ma quella sensazione di disagio per contrasto di emozioni con pudore celate, pesa nell'immediato, ma poi con rapidità viene scordata e superata quando dall'altra parte si riconosce il proprio "simile".
E' così...
... ci si lamenta della solitudine, ma poi si vuole essere soli per dare spazio ai pensieri, prima angoscianti, subito dopo ridimensionati, a volte persino sfocianti in lucido delirio.
Con che pretesa può invadere un animo desertificato dalla sofferenza, chi non capisce e capirà mai?
Ognuno ha i suoi tempi... e quando ci si trova a fare i conti con la propria morte perché è sempre più presente nel pensiero, allora si... diventano assai lenti come i passi stanchi di Chi vuole ritardare l'arrivo.
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