giovedì 7 marzo 2019

IL "POETA"


L'ho ripetuto più volte, quando torno a casa e nel pomeriggio, provo le stesse sensazioni fisiche ed emotive del tempo della "cura", spossatezza e voglia di restare appartata coi miei pensieri. Ci sono poi giorni in cui tutto ciò pare addirittura amplificato, appunto come è stato oggi, della causa non mi rendo conto subito ma solo a sera, mentre siedo qui, davanti ad una tastiera e chiamo a raccolta le idee.
Stamane in sala d'attesa scarsa collaborazione, sguardi distratti e volutamente indirizzati verso le "mestizie" televisive.
Un bel pensiero che renda più folto l'Albero della Vita...?
Mi dispiace... ci penso... alla prossima.
Ok... ma devo pensare a che cosa pensare.
Risposte deludenti che avrebbero demotivato chiunque, ma io difficilmente mollo la presa, così senza aggiungere parola ho rivolto più intensamente lo sguardo all'assemblea annoiata, e finalmente... un dito alzato...
Un bigliettino rosa fluo per me!
Un uomo sulla settantina ha preso carta e penna, e di getto ha messo giù un pensiero, indicando poi il punto preciso su cui attaccarlo.
Ho scritto due libri di poesie... sono un poeta.
Affascinata, ho mostrato particolare interesse ad ascoltarlo, ed ho scoperto che compone in rima, stile allegoria, a tratti scherzoso trash, sulla falsariga di Trilussa. Molto divertente. L'ho rivisto poi in camera mentre faceva terapia, era con Sua moglie, e all'improvviso mentre si raccontavano, si è palesata l'altra faccia della loro vita...
E' triste, contro natura quando un genitore accompagna al camposanto il proprio figlio...
Sono rimasta in silenzio.
Ed ho portato a casa metà del fardello che grava sui cuori di una mamma e un papà.
Ciò che non mi uccide mi rende più forte, affermava un noto filosofo... io non saprei dire quanto né quando. Di certo è... dalla risata al sorriso, e poi all'occhio lucido.
Quando le parole vengono meno, si può anzi si deve solo abbracciare.

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