venerdì 31 dicembre 2021
AUGURI NON TANTO PER ...
IL GRANDE PROGETTO (n.54) (Solito bilancio di fine anno...?)
IL GRANDE PROGETTO (n. 53) (Il profumo del Cielo)
So bene che sembrerà incredibile, sono certa che non mi si crederà, ma devo ugualmente dirlo, oggi ho sentito il profumo del Cielo.
Così, all'improvviso, una piccola busta contenente delle foto ricordo ha preso a diffondere intorno un intenso profumo di fiori. Viole e gigli con un accenno di rose.
Stamane completamente inodore... e stasera quel profumo, proprio nel momento in cui ne prendevo una per non rischiare di rimanere senza.
Incontrarsi sotto casa. Uno squillo e sono scesa. Mi ha fatto strano non vederla venirmi incontro, accogliente sempre, anche solo con lo sguardo.
Ha una faccia simpatica... ha detto mia figlia guardandone la foto.
"Ha"... è giusto, perché un sorriso così non può andar via per sempre. È impossibile.
La statura morale di una persona si rivela pienamente quando questa viene a mancare. Nell'immediato e nel tempo, alle prime reazioni e al succedersi dei ricordi che prendono a scorrere.
Non si misura dalle lacrime, dalle frasi fatte ricorrenti.
Si percepisce nell'aria, è profumo davvero, si nota negli sguardi lucidi di Chi ne parla. Dipende da quanto Amore si è donato.
giovedì 30 dicembre 2021
IL GRANDE PROGETTO (n.52) (Nel blu dipinto di blu)
Per me la notte ha in sé ogni sfumatura di blu, da quando è fonda fino all'alba e si mescola con il rosa.
Ed è a sera, quand'è quasi notte, che io mi incontro coi pensieri dell'intero giorno.
Comincio dal primo mattino a pensare. È una predisposizione naturale a intuizioni felici che regalano la sensazione di aver capito tutto, a seconda di situazione o problematica o momento.
Da sempre sono così...
Mia madre, un tempo anche se ormai non ci faceva più caso, comunque mi stuzzicava e lo faceva nel Suo dialetto, quasi per sdrammatizzare quello che per Lei era un brutto "vizio" che mi rendeva "pesante".
E in effetti non è che ridessi poi molto, ero sempre così concentrata...
Dal mio atteggiamento e dalle considerazioni materne e non solo, venne fuori la "leggenda metropolitana" che io avessi un carattere pesante quanto un macigno, cosa di cui alla fine mi convinsi e che mi sono portata dietro fino a quando mi sono ammalata. Poi tutto è cambiato. Un po' alla volta all'inizio, in seguito sempre più rapidamente, tanto che continuo a non riconoscermi.
E che sono cambiati i pensieri. Non girano più intorno a me stessa. Perché sono uscita fuori da me stessa.
Sono di cura ed accudimento, serena positività, speranza mai spenta. E poi non restano fermi lì nella mente, si evolvono e traducono, si fissano per essere condivisi.
E a sera, come stasera... sosto qui a pensare e scrivere senza arrovellarmi, perché chiusa non sono più in quell'angusto cerchio.
E quando finalmente è quasi notte, mi rifugio qua tra le righe che mi accolgono accomodanti e chiare...
Blu scuro, è il colore della notte dove si concentrano e si bloccano i nostri occhi, le orecchie, le parole, tutto quanto.
- Banana Yashimoto -
... e poi rivolgo il pensiero altrove, dai ricordi a quel che sarà.
mercoledì 29 dicembre 2021
IL GRANDE PROGETTO (n.51) (Ma... è successo qualcosa?)
È la domanda che sento ripetere quando scrivo di getto e Cuore... ma è successo qualcosa?...poiché tra le righe abbastanza dispiacere e una punta di risentimento.
Da quando tutto cominciò non posso fare a meno della mia pagina quotidiana, a tarda ora, quando dentro e intorno è silenzio.
E sono contenta che all'esterno si percepisca quanto io sia vera nel bene come nel male.
Scrivere fa assai bene. È terapia.
Scrivere significa riconoscere le proprie emozioni e governarle.
La scrittura, ormai è noto, ha pure i suoi limiti ma anche il prezioso dono dei "filtri".
Si può dire di tutto ma nel modo giusto, adeguato al proprio sentire senza il rischio di fare troppi danni, perché c'è sempre la possibilità di sgaiattolare per altre vie. E poi, vuoi mettere il vantaggio che nessuno ti parli sopra?
Con la scrittura si può urlare in silenzio, e fare arrivare la propria voce lontano... lontanissima.
Ed elaborare, e mettere fuori dolore e rabbia moderata, e far riflettere...
Io scrivo per tutto questo.
martedì 28 dicembre 2021
IL GRANDE PROGETTO (n.50) (Natale e poi...)
Il giorno dopo Natale è ancora festa, perché si realizzi il grande evento e se ne acquisisca la coscienza.
Si lascia alle spalle ciò che non serve, i torti subiti e il rimuginio, si ricicla il buono rimasto.
I sentimenti si conservano tutti, restano così come sono, buoni e meno buoni.
I primi danno conforto al Cuore, gli altri donano la consapevolezza che permette di migliorarsi.
Lui ancora una volta è nato.
Che dice Gesù?
Ho fatto bene a nascere di nuovo? Vale ancora la pena?
Il Mondo invecchia e per alcuni aspetti della saggezza propria degli anni nulla rispetta.
Eppure il memoriale si ripete anche per quell'unico e solo che, quale perla rara, ne fa tesoro.
Il Natale è niente altro che la festa della Vita, il venire di nuovo alla luce dopo il buio della coscienza.
L' Attesa è stata la "gestazione" vissuta con trepidante gioia, tra preparativi ed aspettative. Buoni propositi da mettere in atto.
Poi finalmente, il "lieto evento".
Il Bambino è nato ed è stravolta l'esistenza.
Cambia la vita, tutto ha più senso ma c'è pure Chi ne sente il peso, e per questo fa finta di niente e si trascina senza convinzione e solo per convenzione.
Per me, ogni anno che passa il peso è non aver compreso mai abbastanza. Sarà per questo che voglio e spero metterne insieme ancora molti.
Pretenzioso...? Non saprei, visto che Natale è come fosse il primo giorno di vita.
lunedì 27 dicembre 2021
IL GRANDE PROGETTO (n.49) (A Natale puoi...)
Essere più buono, diventare migliore...vivere il pregiudizio con sano giudizio. Soprattutto questo.
Non è un gioco di parole. Giuro. Non l'ho rubato da nessuna parte. Assolutamente.
È pensiero conclusivo di una riflessione "a puntate", iniziata a caldo... pensa un po' e guarda caso... da quando questo virus ha preso a condizionare, separare, seminare disaccordo.
Il "pregiudizio" si può immaginare quale sia, il "sano giudizio" è il consiglio pratico di sicura riuscita, a patto che la decisione sia mossa da piena convinzione, prendere le distanze da qualsiasi altrui pensiero.
Non che sia facile, ma forse possibile è.
Lasciar scivolare di dosso l'indifferenza e il pregiudizio. Le preoccupazioni e i timori.
E così, senza pesanti fardelli avviarsi alla consapevolezza.
Questa non sarà mai abbastanza, a volte pure messa in dubbio, l'evento del Natale che si ripete però può darle la certezza sperata.
Il Figlio di Dio fu esposto a tanto, subì, patì ma confidò nel Padre.
Consapevole di non essere mai abbandonato.
Buon Natale ancora.
sabato 25 dicembre 2021
IL GRANDE PROGETTO (n.48) (Pelando patate e carote...)
Si può fare poesia anche pelando patate e carote, una mattina che è quasi Natale.
Senza voli pindarici né rime, ma tra ricordi e constatazioni.
Quante variazioni sul tema...
Eri bambina e quel giorno di dicembre valeva come una vita intera.
Odore di fritto e profumo di cannella avvolgevano come carta dorata l'aspettativa del presente, un bacio dopo la letterina e il dono desiderato sotto l'albero di carta crespa e fil di ferro.
E da giovane mamma? Il tepore di una piccola vita, i sogni rosa, e un Natale che già riportava all'infanzia con la consapevolezza di tanta strada fatta, e il pretenzioso diritto di farne altrettanta e più.
E adesso che sei giunta a questo punto, tra esperienze e cicatrici, dolore e speranze disilluse, che cosa resta?
Essere mamma che aspetta e accoglie, ascolta e gioisce e a volte si rattrista.
Che poi resta a casa quando è festa per preparare quel calore che già fu suo, mentre ricorda il "good luck" da cui partì una storia, la propria e poi altre ancora.
Storie che capitano ogni giorno, di cui poco o niente sempre si sa, che insegnano a cogliere le belle sfumature, il profumo di Natale, tra bucce di patate e riccioli di carote.
IL GRANDE PROGETTO (n. 47) (E Vigilia sia...)
E pure arriva il giorno della Vigilia di Natale.
Quell'anno fu una vigilia diversa dalle altre. Tutto era un non senso.
Le luminarie offuscate dalle lacrime furono stelle tristi in un cielo senza luna.
Le nenie natalizie, la colonna sonora di un inizio di storia vissuta malvolentieri.
Le persone a me care, comparse in un copione di falsa normalità.
Oggi non saprei, è tutto passato ma tanto è anche stravolto, cambiato...
Avrei voluto ancora una volta fermare il tempo.
Andare incontro al Natale? Non me la sentivo, ma qualcosa che solo il mio cuore può interpretare, suggerisce che devo viverlo in qualche modo.
La mia piccola famiglia quest'anno è completa, vuol dire di certo qualcosa...
NATALE
Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade
Ho tanta
stanchezza
sulle spalle
Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata
Qui
non si sente
altro
che il caldo buono
Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare
- Giuseppe Ungaretti -
Un "gomitolo di strade" da evitare... le "quattro capriole di fumo" e il "caldo buono" con cui restare, ci sta tutto per un Natale pressoché intimo.
Il Natale di Ungaretti, quello che Tutti vorremmo vivere, e che invece ci piomba addosso e scivola via, pure in pandemia, non prima di conflitti, turbamenti, ansie grandi e piccole... e aggiornamenti.
Ancora una Vigilia di Natale diversa ma che necessita di speranza al centro del grande mistero.
venerdì 24 dicembre 2021
IL GRANDE PROGETTO (n.46) (Ricordando coincidenze)
Le coincidenze, ci diamo spesso poco peso e poi nel tempo coi ricordi pesano un bel po', e danno da pensare.
Se interpretate in senso buono fanno sentire privilegiati, in caso contrario suonano come avvertimenti o presagi.
Nel tempo ritornano e sembrano naturale prosecuzione dalla prima, tanto che si resta ad aspettarne altre per prendere fiducia o studiare strategie e non essere presi alla sprovvista.
Così un'antivigilia di Natale che segnò la comparsa improvvisa di un tumore mette malinconia ma anche pacata gioia perché dopo anni lo si può raccontare.
Come pure una data che non appartiene e per errore ti viene riportata, non può non essere un messaggio di vicinanza.
Ci sono, anche se non mi vedi. Ti parlo, anche se non mi senti...
Sono giorni frenetici questi, e di riflessione e di gratitudine, soprattutto per me.
Allora penso e mi viene spontaneo dire che
la Vita pone sulla stessa strada, e per coincidenze sottolinea la cosa sempre e di continuo, dall'inizio alla fine.