Un pianto senza lacrime, nato da un senso di inquietudine, qualche delusione e un "vuoto pieno" intorno.
Si aggiunga poi che ormai dormo "a notti alterne", è ben immaginabile come possa stare al risveglio... si fa per dire... il mattino dopo la notte "austera". Mi consolo pensando che comunque è già qualcosa... e molto peggio sarebbe stato se non avessi dormito mai.
Ieri perciò non era giorno propizio, con solo due ore di sonno fatto chissà come, ho preso a muovermi per casa come automa che si inceppava, e poi per ogni azione portata a termine mi sentivo simile un naufrago che aggrappato ad un relitto aveva raggiunto la riva con grande fatica.
Dovevo comunque sbrigarmi... in ospedale mi aspettavano.
So che è così... è sempre così.
Non ho cartellino da timbrare né orario da rispettare, ma "persone" da non deludere, quelle si... mi appartengono. Tutte.
E mi davo un'accelerata, poi all'improvviso un'onda pensierosa mi coglieva, mi afferrava... mi toglieva le forze.
Ma non perdevo di vista... la riva, e riprendevo ad andare con respiri profondi e la determinazione di arrivare... come ogni volta, ancora. Mi sarei svegliata e sentita meglio, ne ero certa.
Mi sono trovata così per quel corridoio con la stanchezza sulle spalle e una leggera oppressione sul cuore... un nodo alla gola quasi di lacrime frenate, ma non ho pianto neppure quando ho preso a vederne tante, ieri... guarda caso proprio ieri. Ad un certo punto ho provato disagio perché mi sono sentita inadeguata... mi sono detta, possibile che io cada ancora in crisi per qualsiasi sciocchezza? Naturalmente sciocco non era quel pianto che vedevo, bensì il motivo che m'impediva di "asciugarlo" e trasformarlo almeno in "cauto sorriso".
Poi ho capito e sempre da naufraga nel mare dei pensieri mi sono fermata su "quella spiaggia" dove si può anzi si deve restare soli... per riprendersi.
Nuotare tra i flutti avversi della vita insegna a restare a galla, si impara a schivare le onde improvvise e a ridimensionarle perché è così soltanto che si superano. Vorremmo che tutto filasse liscio, essere capiti sempre e al volo... dopo tutto che ci vuole? Siamo così... semplicemente chiari... certo, per Noi stessi ma ammettiamolo pure, neanche sempre.
Bisogna mettere in conto le "turbolenze" esterne, il mutamento dei venti... il fatto che non si ha mica sempre ragione. Non è così?
E quando già ti trovi a riconoscere che forse non era proprio giusto ciò che hai fatto se pure in buona fede, ecco che qualcuno non te lo perdona e rincara la dose.
Vorresti arrabbiarti persino urlare, poi al ristoro di quella spiaggia... sorvoli e decidi di "perdonare" per entrambi.
Cara Mary, TU sei forte, ma non sempre si riesce ad eliminare i pensieri dalla nostra mente. Non so se hai letto il mio post... Perchè non ti fai dare qualche cosa per dormire? Così le giornate sarebbero più leggere da affrontare. Ti abbraccio affettuosamente. (possiamo anche sentirci se vuoi, quando vuoi). Ale.
RispondiEliminaGrazie sempre, Ale per la Tua disponibilità. Sono solo momenti un po' così che vanno e vengono. Niente di veramente serio, succede soprattutto con l'approssimarsi delle "note scadenze"... passerà, come del resto passa tutto. Bisogna solo aspettare e nel frattempo non restare mai da soli. Io ho anche TUTTI VOI. Sola non sarò mai.
EliminaUn bacio...
Mary
Non può essere sempre tutto in salita,ogni tanto ci si ferma per prendere fiato,per ridimensionare le cose, come dice Ali non si può essere forti sempre...permettigli di essereci a quei pensieri,tornerai ancora più forte.
RispondiEliminaUn abbraccio
Come no, Carolina... certamente. Sono tappe di percorso... ogni tappa una piccola vittoria e tanti passi in avanti. Si deve crescere interiormente... non si finisce mai. E la crescita è fatica, si continua a... salire. La serenità raggiunta mi vedrà più forte e mi permetterà di riposare.
EliminaUn abbraccio...
Mary
Mi piace la tua spiaggia... mi ci sono ritrovata spesso... ♥
RispondiElimina... perciò, Vivy... sai bene quanto ristoro dia approdare a quel lido dopo una "tempesta" di pensieri.
EliminaUn abbraccio grande...
Mary