
In realtà si tratta di due espressioni distinte, stralci di conversazioni con persone diverse, accomunate si, da un bisogno... quello di essere ascoltate e considerate.
Per non dimenticare.
Per non essere dimenticati.
Ed è storia che si ripete per me, ad interrompere la serie di quei famosi "giorni no"... ecco arrivare un segno, simile ad una mano che si leva in alto a significare che sono stati abbastanza, davvero troppi quei giorni... che in fondo non c'è motivo ma solo timore e pure vago... e invece di concreto c'è quello che si è fatto e la voglia di continuare a...
Strano che ogni tanto non me ne ricordi, o forse non vuole quella pur piccola parte di me che ama piangersi addosso.
Forse ancora, è un modo come un altro per non dimenticare... o chiedere attenzione, per non essere dimenticata.
E quel bisogno... d'amore, quel richiamo viene ascoltato sempre e solo da Colui che tutto sa, e poi muove le "pedine giuste" nella partita continua che è la vita di ognuno. Così si intrecciano le "storie" anche solo per pochi minuti, e la forza va e si ferma dove deve... te ne rendi conto già nel mentre, ma il beneficio grande lo senti dopo.
Prima una telefonata... e Chi se l'aspettava?... quell'Amica non aveva nemmeno il mio numero, eppure...
"Non sapevo come fare... per contattarti, poi ho chiesto là in reparto e alla fine ho trovato la persona giusta...", e gli auguri per la Pasqua appena trascorsa, e ancora "grazie" per la parrucca prestata, anche se... "non mi sta bene, sai e vorrei restituirtela. Sarà la scusa per abbracciarti ancora".
Eh già, mia cara... sei arrivata al momento giusto, ed io sono uscita dal "mutismo" in cui mi ero rifugiata e nascosta.
Solo un po' più tardi la seconda telefonata, non proprio attesa ma prevedibile.
"Ciao... solo 5 minuti perché aspetto che mi chiamino per la seduta di radio. Nessuna novità, ho chiamato perché ti volevo... sentire. Tutto qua."
E a questo punto avrei dovuto essere proprio sorda per non "capire".
Scuse e nemmeno attenuanti posso trovare per non venir fuori da me stessa, quando mi ostino ad essere un po' meno di quel che sono.