Ho il continuo dono delle relazioni, autentici legami, che non mi lesinano nulla, dal confronto alle dimostrazioni di affetto.
Sono fortunata, ma c'è un prezzo da pagare a volte, quando per qualcuno la sorte è matrigna.
Allora grande è il dolore, devo elaborare e i tempi, ahimè diventano sempre più lunghi. Così più volte mi ha sfiorato il pensiero di "abbandonare", mettere tutti i ricordi in una scatola, legarla con un bel nastro verde speranza, e dedicarmi ad altro.
E quando l'ho pensato è successo ciò che mi capita spesso... uno sguardo senza sottintesi, una frase accogliente che mi fa sentire a casa mia.
Siedi qui, accanto a me...
E torno in campo più convinta che mai.
Nella vita è un continuo elaborare.
Si elabora una perdita, un abbandono, un'esperienza estrema.
Si elaborano pure i ricordi perché diventino linfa vitale per continuare.
Non sono tempi uguali per tutti, e soprattutto le modalità non possono definirsi sempre classiche, a volte sono sogni, altre è la preghiera, ma anche la quotidianità nell'espressione che mai s'immaginerebbe.
Elaborare e rielaborare ancora per metabolizzare, cosa già non molto facile.
Perché il termine lo spiega, è fare proprio l'evento, farlo entrare in circolo col sangue ciò che è stato e poi... non rendersene conto più.
"Ci sono sofferenze nella vita che scavano
nella persona come buchi di un flauto e
la voce dello spirito ne esce melodiosa"
- V. Brancati -
Nessun commento:
Posta un commento