
Ripeto... quella sera appunto, ero al centro commerciale e in mezzo ad un "emiciclo" di televisori con l'immagine di piazza San Pietro, quasi mi girava la testa, ad un certo punto fermai lo sguardo su uno solo, avvicinandomi piano.
"Magnetismo" prodigioso!
Date le circostanze, non avevo vissuto la grande emozione da conclave. Non accade spesso, infatti che un papa dia le dimissioni, fino ad ora ero abituata a piangerne la morte per poi gioire all'elezione del Suo successore... una sorta di... è morto il re, viva il re. Nella tristezza della perdita si faceva strada lo spiraglio della speranza.
In questo caso, nell'atto di rinuncia di papa Benedetto c'era stato per Tutti il dolore della resa, di aver gettato la spugna per non poter più continuare, un rifiuto inspiegabile di condurre fino alla fine una doverosa sfida.
E in quel momento gruppetti di persone, capitate là, in un luogo così normale... si erano adunati davanti a quegli schermi, magari come me non sapevano nemmeno quante fumate nere c'erano state prima di quella bianca decisiva, però non avevano potuto fare a meno di fermarsi... un papa non si fa tutti i giorni, ma soprattutto non si poteva perdere la fiducia che finalmente qualcosa cambiasse... che arrivasse quella "svolta"... da passo indietro. Non sarebbe stato un segno negativo, tutt'altro... avrebbe significato un po' tornare alle origini, quelle dai "grandi significati".
E le aspettative non le ha certo deluse, quell'uomo semplice venuto da tanto lontano... ha rinunciato agli sfarzi del ruolo, ha improvvisato omelie proclamandole dall'ambone invece che ex cathedra, in un certo senso ha voluto dare un "nuovo inizio". Non a caso ha scelto il Suo nome, Francesco e non Francesco I. Francesco e basta.
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