giovedì 21 novembre 2024

INCONTRI (n.91) (Scrivere per guarire)

Al solito, è ora tarda. Che cosa scrivere? Non importa un tema, un argomento. Seguo il Cuore o l'estro del momento, o ancora l'ansia e il turbamento. Perché scrivere per me è la più efficace medicina. Non è abitudine, scrivo quasi senza pause, perché sono convinta. Mi soffermo a pensare un po' per conto mio o anche dopo una conversazione avuta in ospedale, a quanta strada ho fatto e quanta ancora ne voglio fare, nonostante le spalle stanche. Cerco intorno tutte le mie cose, libri e appunti, riviste e dispense... per me tutta la ricchezza che c'è, la certezza di un riscatto dopo la mancata laurea, il completamento di una vita. Ha cambiato collocazione il noto diario dove tutto cominciò ad essere scritto per scaricare la tensione e perché di me qualcosa restasse nel tempo. Il posto è cambiato ma non la cura con cui lo custodisco. Lo prendo, e comincio a sfogliarlo. Una cartolina fa da segnalibro in un punto preciso, tre pensieri quasi in successione... Niente avviene per caso. La mia luna di miele con il sintomo. Voglio recuperare il tempo perduto. Potrebbero insieme essere la sintesi di una storia, la mia come la Tua o la Sua, e ancora quella di molte altre. Scrivere per guarire insomma, in piena consapevolezza. In silenzio ripasso i volti, le parole fatte di turbamenti e speranze. Mi convinco del perché ci sono ancora, e visto che non sono diversa dagli Altri, solo con il privilegio di non esserci esclusivamente per me stessa. Narrazione veloce, a tratti sorridente di Chi al momento ha girato pagina e spera nel punto fermo, il definitivo.

mercoledì 20 novembre 2024

INCONTRI (n.90) (Chairwork)

Quarto incontro GAMA, caratterizzato da una nuova esperienza, che ci ha riportato alle origini, ovvero al gruppo di auto mutuo aiuto. Sedie in circolo, solo tre al centro, due vicine e una di fronte per un lavoro con le sedie o Chairwork. La “Chairwork” è una tecnica di tipo esperienziale che utilizza le sedie e le loro posizioni a fini terapeutici. Si tratta di un metodo dialogico che si basa sul parlare direttamente “con” o “come” aspetti e parti di sé. L’estrema efficacia di questa tecnica è resa possibile dall’aspetto simbolico delle sedie che hanno una loro forma e posizione nello spazio e possono permettere un cambio di prospettiva a seconda di come vengono spostate, lasciate o scartate dal soggetto. Stasera due volontari si sono proposti, e uno alla volta hanno risposto alle domande del facilitatore, rivelando dall'interiorità una "voce critica" da ascoltare, accettare ma da cui prendere anche le distanze, e una "voce positiva" da portare alla luce. Un incontro alla fine emozionante, durante il quale ognuno ha risposto tacitamente alle domande, ritrovando un po' di sé, quella parte magari giudicata severamente, a volte tenuta nascosta e per questo ostacolo alla luce interiore. Esperienza pienamente riuscita grazie ad un gruppo, il nostro coeso, accogliente e non giudicante. Da ripetere senz'altro.

martedì 19 novembre 2024

INCONTRI (n.89) (Emozioni nel tempo)

Penso non ci sia età per restare orfani. Alla mia veneranda età io mi sento così. Soprattutto di mia madre vivo la mancanza, pure se sono trascorsi quasi vent'anni. A Lei sono molto legata, ancora e sempre. Non userò mai il passato remoto perché l'amore va oltre la morte. Aveva la mia età attuale quando volò via, e capita sempre più spesso che io mi guardi per ritrovare qualche particolarità che fu Sua. Le mani... alle Sue somigliano le mie mani, e mi soffermo a guardarle quando ho bisogno di carezze. E la voce cerco di riprodurre, ripetendo la domanda sempre uguale quando mi telefonava. E lo sguardo ogni giorno più languido, percorso a tratti da guizzi di luce, è tra i ricordi più belli e malinconici. Se parlava di me sottolineava... questa è la mia figlia "grande", e a me piaceva pensare che mi reputasse grande per altri motivi oltre la primogenitura, anche perché lo diceva in un modo... Sorridente ha sempre accettato quel che le toccava. Comunque vada sarà per il bene... diceva. Il bene... che cos'è se non amore? E il tempo non cancella certe emozioni, e la memoria le riporta non solo come ricordi.

lunedì 18 novembre 2024

INCONTRI (n.88) (Emozione e gratitudine)

Con la celebrazione di stasera abbiamo ricordato le persone incontrate durante il servizio di volontariato e che non ce l'hanno fatta. Abbiamo ricordato e pregato. Di sicuro ognuno di Noi presenti, avrà avuto un pensiero particolare, qualcosa di speciale da dedicare a Chi non c'è più, poi preghiere e pensieri in modo corale saranno giunti là dove si rinasce per l'eternità. Il caso ha voluto, ma non so fino a che punto il caso c'entri, che la celebrazione fosse fissata per il 16 novembre, data che ci riporta a tre anni fa, quando la Nostra cara Lucia lasciava questa vita per andare incontro alla Luce. "Ricordati di me", furono le Sue ultime parole, e Noi come avremmo potuto dimenticarla? C'era anche il Suo nome scritto sul foglio portato all'altare, ma la "meraviglia" con cui visse la vita resta incisa sul Cuore e nella mente di ognuno. Tanta emozione quindi, e poi... poi per me commozione autentica. Al termine del sacro rito si è avvicinata per un saluto la figlia di una paziente scomparsa qualche settimana fa. L'avevo informata infatti di questo Nostro evento... - Sono con papà... E ho voluto abbracciarli entrambi, forte... Grazie... ho detto loro... non la dimenticherò, non potrei... Grazie a te, a Voi tutti per quello che fate. Che cosa ho portato a casa stasera? Tutto questo e le parole del celebrante. Quello che ci unisce a Chi non è più. Una dimensione speciale, l'Amore. L'Amore di Dio è cosa vera, e le cose vere sono sempre per sempre. Per me un promemoria direttamente da lassù. Il sentire la pienezza di questo Amore infinito.

domenica 17 novembre 2024

INCONTRI (n.87) (Parole poco pensate portano peso)

Ieri per un turbinio di ricordi ed emozioni non mi sono sentita giusta, e mi sono accorta che quasi per sfogo qualche parola non giusta mi è scappata. È vero, succede. Poi consapevole ho preferito il silenzio. Non mi sono affatto piaciuta. Perché solitamente e nonostante lo stato d'animo penso prima di parlare o scrivere. E trovo per esprimere i pensieri del momento parole moderate e pacate... garbate, insomma giuste. Già... il rischio di dire corbellerie fuori luogo o che feriscono è sempre molto elevato. Nel contesto a me abituale ne sento un bel po'... e poi noto in Chi le ha dette pure una certa soddisfazione, convinto com'è di aver parlato giusto, magari pure aiutato. E nell'altra persona invece, prima sbigottimento a stento celato per educazione, poi indifferenza cui segue cambio d'argomento. A questo punto cala pesante l'imbarazzo. Bisognerebbe pensare prima di parlare. Tempo non c'è? Allora che fare...? Se provassimo a ripeterle quelle parole come fossero a Noi rivolte, chissà... Forse scopriremmo che non sono appropriate e manco dette con la giusta modalità. Così eviteremmo il danno più frequente e grave... sconvolgere alcune certezze che aiutano ad andare avanti. Quando proprio si vuol dire qualcosa e non si sa cosa, meglio una parola gentile e affettuosa, anche sui generis va bene uguale.

sabato 16 novembre 2024

INCONTRI (n.86) (Quando cadono le foglie)

Noi... volontari in oncologia non faremo mai l'abitudine. Alle lacrime e ai sorrisi forzati, all'euforia strana come ai volti preoccupati. Alla notizia improvvisa che lascia senza parole. Quando fioriscono le rose o cadono le foglie, quelli sono i mesi in cui maggiormente terminano i percorsi più tortuosi e difficili, le lunghe malattie. Ogni volta è un conflitto di sentimenti. Timore e senso di colpa. Paura di un ritorno e peso di un privilegio senza un perché. E dolore. Perché ognuno ha significato molto per me. Ma perché soffrire...? Ancora me lo chiedono. Dimentica. Dimenticare cosa...? Non si può, ho le cicatrici, e quelle dentro bruciano sempre. Dimenticare Chi...? Sono Persone, una parte di me. Sarebbe come voltare le spalle al mio passato. Non posso, non me la sento proprio. Così continuo, per metà acciaccata, e poi di scatto dritta per non farmi cogliere impreparata. Il Dolore piega, ed io non posso permettermelo, ho una grande responsabilità. In questo periodo dell'anno ne ho persi di "Amici speciali", che comunque mi sono rimasti dentro per tutto ciò che mi hanno lasciato, esempio ed insegnamento. Ed è stato così anche oggi, quando ho provato la sensazione di essere arrivata troppo tardi, e non trovarti. Avrei voluto abbandonare tutto, mi sono sentita sbagliata, poi... ancora una volta, come sempre una "nota tra le righe", e allora ho compreso di dover andare a capo per ricominciare.

INCONTRI (n.85) (Siate gentili... siamo gentili)

Una giornata dedicata alla "gentilezza" ? Perché? Dovrebbe essere peculiarità dell'essere umano, una cosa normale. C'è forse un momento dedicato all'intelligenza? Vero è che la gentilezza in alcuni è talento spiccato, in altri meno, ma solo perché sono inconsapevoli e quindi ignorano poter coltivarlo. Perché i talenti come ogni bene o dote possono diventare ricchezza e non solo per se stessi. Quindi coltiviamo la gentilezza. Come fosse un fiore di cui farsi ornamento o ancor più medicamento naturale per curar ferite. La Gentilezza, impareggiabile rimedio. Siate gentili... siamo gentili. Non pensiamo se valga la pena o meno, piuttosto alleniamoci ad esserlo, gentili. Se la gentilezza fosse presente a tutti i livelli, questo mondo andrebbe certamente meglio pur con l'imperfezione e gli errori umani. Si riuscirebbe persino ad accettare l'eventuale incertezza del futuro, se gentilmente presentata... non sarebbe incoscienza ma propensione ad aprire uno spiraglio alla speranza. Quando tutto cominciò presi ad accorgermi che la gentilezza è proprio un dono di quelli più importanti che "aggiustano" una vita mentre sta crollando o aiutano a trovare il verso giusto per la lettura di un foglio lungamente alla rovescia. Vero è che non del tutto fu gratuito, sentivo il bisogno di un appoggio e umilmente mi predisponevo, ma la cosa non era forzata perché l'arroganza restava lontana da me un po' per indole ma anche per necessità. Concludo con un pensiero che trovo calzi a pennello, è di persona degna di fede, Madre Teresa di Calcutta... "Preferirei commettere degli errori con gentilezza e compassione, piuttosto che operare miracoli con scortesia e durezza".