venerdì 12 dicembre 2025

TRA I RICORDI (n.71) (Questa forza mia)

È cosa che faccio spesso, quando sono giù di tono, in casa vado alla ricerca di cose vecchie di cui sbarazzarmi.

Ne trovo sempre, residui di accumulo seriale, e poi sto meglio.

Così stasera ho fatto fuori una maglia dimenticata che dall'oblio ha ricavato due buchi, centrini senza forma, uno smanicato difettoso già alle origini. Poco dolore e alcun rimpianto quindi, e un po' di spazio ritrovato.

E ora sono tornata "forte".

Però... non so se sono veramente forte come voglio apparire o la mia è solo una maschera che mi aiuta a crederlo... 

Se forza è, comunque non è forza mia, lo so bene, ma devo "esistere" e "resistere", perciò sta a me continuare a non farle perdere vigore.

A volte però, soprattutto quando sono sola in casa, i pensieri cominciano a scorrere veloci come fotogrammi di una pellicola in accelerazione, e ricordi, paure, progetti mancati, speranze si susseguono senza pause e poi mi lasciano stanca. Tendo a piegarmi su me stessa, ma reagisco, alzo la testa e vado avanti.

Continuo ad andare avanti e mi convinco di essere forte. Lo penso io e lo pensano gli Altri, che ascoltano le mie "giornate speciali", scandite da un tempo senza ore, minuti, secondi...


Concludo. Forse "questa forza" è l'esito del gran lavoro per far emergere il meglio di me.


TRA I RICORDI (n.70) (Dominati? Mai)

 Finalmente cala serena la notte. Sono queste giornate impegnative, in più si affollano i ricordi, e alla fine la stanchezza prende il sopravvento.

Però niente potrà mai dominarci, meno che mai un fatto... un "accidente".

Ci penseremo ancora, è certo ma... ma pure che fosse, non sarà mai come "quella volta".

Impegneremo la consapevolezza per ricavarne risorse, e poi... sentirci liberi da ogni peso che grava sul Cuore.


E finalmente amare, amare ed essere in pace col mondo.

giovedì 11 dicembre 2025

TRA I RICORDI (n.69) (In una settimana...)

In una settimana tutto può cambiare.

L'aspettativa e l'ansia, l'attesa e la speranza.

Dovremmo ricordarlo sempre, e per questo vivere di istanti ogni santo giorno.

Così mi vien voglia d'estraniarmi dal mondo che pure amo tanto. Troppe chiacchiere inutili, tanto lamentarsi per nulla. 

Che cosa ho imparato da quel giorno in poi?

Ad essere flessibile, ad aspettare i tempi giusti, e a piacermi.

Flessibile come un giunco che si piega al vento, a tratti pure contrario, lo asseconda ma non si spezza.

Aspetto i tempi giusti, perché le belle cose richiedono tante ore e molti giorni per realizzarsi. Senza contare gli ostacoli e i contrattempi.



Ma quando si crede in qualcosa, nulla spaventa e niente stanca, e si va avanti con fiducia e spirito di adattamento.

E poi... mi piaccio, coi miei limiti, difetti tanti, mi piaccio perché sono unica nel mio genere e consapevole che ho tanto da imparare e per questo ancora parecchio da vivere.

E resto sempre "Io" al centro dei miei pensieri con la memoria di un tempo in una vita rinnovata in modo diverso, e i dubbi oggi non proprio passeggeri sull'immediato mio futuro che, per fortuna, sempre meno mi spaventa.

mercoledì 10 dicembre 2025

TRA I RICORDI (n.68) ("Ogni impedimento è giovamento")

Che dire?

Oggi mercatino di Natale sotto la pioggia, umore non proprio al top, in compenso incontri di quelli belli.

Poi il buon Dio sa, è vicino sempre e aiuta mandandolo a dire.

A proposito, conoscete il detto..."ogni impedimento è giovamento"?

Lo ha ripetuto un'Amica di quelle belle, al momento giusto, anche se inconsapevoĺe.

A causa di un valore sballato, Lei ha visto spostata la data della prossima terapia, ed io...? A me i promemoria sono sempre necessari per continuare a...

E tornando al detto, che cosa suggerisce?

Anche gli ostacoli e le difficoltà possono essere visti come opportunità di crescita, di cambiamento o di beneficio inaspettato. A volte, un intoppo può salvare da conseguenze negative, dare tempo per riflettere o aprire la strada a una situazione ancora più favorevole. 

Riepilogando...

Non tutti i contrattempi sono necessariamente sfortuna.

Un ostacolo può portare a qualcosa di positivo, insegnando qualcosa di importante o conducendo a un bene maggiore.

Un imprevisto può portare a un cambiamento di rotta che si rivela più entusiasmante di quello originario. 


Perciò speriamo sempre. Oltre un cielo minaccioso c'è sempre il sole che aspetta.


lunedì 8 dicembre 2025

TRA I RICORDI (n.67) (Infinitamente "grazie")


  È come aver corso senza fermarsi e qualche ostacolo avesse imposto uno "stop" all'improvviso.

Allora sarà guardarsi intorno e notare che nulla è cambiato, gli alberi nel cortile, il cielo, la notte mai troppo buia e Il mattino chiaro pure senza sole.

Combinazione perfetta di elementi che sembra fatta apposta per Te.

Così è da stamattina che ci penso. Quante volte abbiamo detto, diciamo grazie?

Quanti giorni abbiamo concluso facendo bilanci di gratitudine della Nostra vita?

"Un altro giorno sta per andare

e io sono felice

di aver incrociato

il Tuo cammino,

qualsiasi cosa succeda,

so che sta qui la bellezza della Vita".   

- Carlo Bramanti -


Il Passato è maestro.

Le varie esperienze insegnano e Chi vuol apprendere comincia dal piccolo mondo intorno.

La bellezza delle piccole cose, delle parole giuste per sapiente scelta, la bellezza dei sentimenti nelle relazioni, soprattutto queste, da coltivare e mantenere vive.

Ogni giorno è un dono per cui ringraziare, poi ci sono le difficoltà da affrontare, i problemi da risolvere e tanti pensieri, tanti davvero.

Dire "grazie" alla fine è sollievo, atto di umiltà sincero...

Grazie alla vita che mi dà l'opportunità di riflettere quanto amore posso ricevere se mostro di averne bisogno.

Grazie a Chi non dimentica il mio nome... grazie a Chi mi dona un abbraccio o una carezza.

Grazie per questo strapuntino di vita, per cui ho capito quanto devo essere grata qualunque cosa sarà.

domenica 7 dicembre 2025

TRA I RICORDI (n.66) (Propositività a lungo termine)


La sveglia fissata per stamani alle 6,30 poi in realtà ho aperto gli occhi molto prima.

Eh già, quando un pensiero pressa, in automatico installa il pilota automatico.

Stendo un piede, un dolore acuto mi impone una smorfia che nessuno vede.

Poco importa, devo fare in fretta. Ho quell'appuntamento non consueto ma importante, dal cui esito dipenderanno i miei giorni prossimi venturi.

È proprio vero. Nella vita le prove non finiscono mai. Cominciamo dalle elementari, e via facendo si arriva che ne manca sempre una, quella della laurea per la vita.

Mi muovo velocemente e continuo a pensare, un po' su, un po' giù come spesso succede a Noi, "tumorati di Dio".

Però non si può pensare sempre alla stessa cosa, non si può temere all'infinito, occorrono pause anche brevi per ricaricarsi di ottimismo, cercare l'occasione per una risata pure ricorrendo ai ricordi, e poi spostarsi più avanti coi pensieri, ovviamente "propositivi".

I pensieri propositivi sono più che positivi, fatti di progetti diventano generosi dispensatori di speranza.

E infine non guasta l'ironia, sdrammatizza e non è mai vana, soprattutto quando l'oggetto/soggetto siamo Noi. Perché tornare a ridere di se stessi sarebbe come sempre un toccasana a lento rilascio.

Giusto ciò che serve per paturnie senza fine.

TRA I RICORDI (n.65) (Aprirsi all'altro e trovare consolazione)

 

 

All'incontro GAMA odierno, " Il Coping basato sulla spiritualità".

La Spiritualità si può accostare alla religiosità ma non certo identificarsi con essa. Resta comunque qualcosa di imprescindibile nell'essere umano, che nelle difficoltà e nella malattia in essa trova "consolazione", ovvero la sua "interezza".

Condivido la mia testimonianza, tra le altre di stasera, tutte sentite ed efficaci.

Se posso darle un titolo sarebbe...

LA CASA SENZA FINESTRE

Uno sgabello sulla sedia, col rischio di cadere e farsi male sul serio. Questo per essere all'altezza, e non si ha nemmeno una scala o si pensa di non averla, di quelle normali assai comuni.

È così che mi sento a volte, inadeguata e priva dei più semplici elementi per arrivare... dove vorrei, almeno a capire.

Eppure tutto è sotto gli occhi, soprattutto chiusi, riflettendo.

E l'anima così appare come una "casa senza finestre", grande abbastanza per tanti sentimenti ma priva di quella "luce" che serve ad illuminarli e della possibilità che dall'esterno siano visibili.

Allora... perché tanto affanno?

Me lo chiedo e a tutti i costi cerco una risposta.

Ed è strano che nel preciso momento in cui mi pongo la domanda, questa mi arrivi pronta, immediata, con una telefonata per la prima volta e inaspettata.

"... riconosci la mia voce?!... sei la prima persona che ne è stata capace senza averla mai sentita. Ti chiamo per anticiparti i miei più affettuosi e sinceri auguri per l'anno che verrà. Che sia migliore per tutto, perché di tutto abbiamo bisogno, di salute, bontà e sorrisi e tanto altro. 

Noi non siamo diversi da quelli con cui ci rapportiamo e d'altra parte uguali sono anche Loro per Noi, ma poiché siamo esseri umani c'è sempre qualcuno che sembra lasciare nel Cuore un'impronta più profonda. Tu... per me sei così... lasci un tocco pulito..."

E la mia casa ad un tratto ha le finestre, in verità le aveva anche prima, ma preferiva lo scontato e lo stantio piuttosto che affacciarsi su un cortile chiuso e disadorno che comunque a ben vedere poteva riservare sorprese.

Chiedete e vi sarà dato, disse Qualcuno. Aprite perciò le finestre da ogni lato, che  entri il sole del confronto, l'Amore.