lunedì 1 ottobre 2012

Ho letto più volte il primo di questi "miei scherzi poetici" ed alla fine ho dato ragione a Chi sostiene che dopo tutto restiamo sempre gli stessi.
Una malattia come il cancro ad esempio, non trasforma, non cambia il carattere del soggetto ma ne potenzia le peculiarità, positive o negative che esse siano.
Quando ero in terapia me lo ripetevano spesso... stai vivendo questa situazione in modo positivo perchè lo sei già di tuo, anche se non te ne sei mai resa conto.
Cominciai a convincermene e poi ho continuato a... crederci, incredibilmente fino a quel momento.
Mi sentivo diversa ma ero sempre la stessa.
E' come rivedere una vecchia fotografia e riconoscersi a mala pena... qualche ruga in meno, forse anche qualche chilo e la giovinezza che non c'è più. Ma sono proprio io? Il dubbio svanisce completamente quando si arriva agli occhi... quelli non cambiano mai se non che diventano più belli con la "luce dell'età".
Nei versi che ho pubblicato parlavo di un risveglio mattutino, a cominciare dai lenti e comunissimi gesti che ognuno compie stiracchiandosi, sbadigliando e quant'altro per riprendere la sensibile coscienza, a proseguire con l'affollarsi dei pensieri e il mettere in atto parte di essi.
Oggi ho ripercorso la cronologia dei miei post a partire dai più datati e ne ho trovati diversi che trattano lo stesso argomento... il risveglio. E ancora, rileggendo ho notato che per me era una sorta di "espediente letterario", un momento di passaggio da una serie di emozioni molto forti alla narrazione di vicende che dovevano ristabilire una certa calma.
Riporterò il primo in assoluto di questi post del "risveglio" e saprete dirmi se dal confronto con i versi che sono antecedenti appare chiaro che la protagonista è la stessa...


martedì 14 settembre 2010


Dalla finestra senza tapparelle lasciata socchiusa entrava la prima luce dell'alba accompagnata dal suo profumo. Mi colpì gli occhi ancora chiusi, li aprii appena per guardare l'ora alla sveglia che avevo sul comodino (l'avevo portata per avere sempre con me un pezzo di casa mia): erano le cinque e mezzo. Ormai cominciava a far giorno presto, segno che la primavera era alle porte e lo si intuiva anche dal profumo dell'aria, odorosa di erba novella e di rugiada. Misi il braccio fuori dal lenzuolo per sentire il tepore, il palmo aperto della mano si chiuse a pugno per trattenere le sensazioni uniche di quel momento. Avevo dormito tutta la notte senza svegliarmi e questo non capitava da tempo; mi sentivo in effetti più tranquilla, anche se non sapevo che cosa dovevo affrontare in quella giornata...

domenica 30 settembre 2012

Avete presente quei magneti colorati che posti sulla porta asettica del frigo lo fanno tanto "American graffiti"?
In un negozio di Cinesi ne ho comperato uno assai grazioso a forma di tagliere con sopra attaccato un mini blocchetto da usare come promemoria.
Mi è venuta un'idea fantastica... usarlo per la lista della spesa, data l'esiguità del foglio mi aiuterà a restare nei limiti concessi in questo tempo di "spending review".
Una piccola matita che poteva fargli da compagna l'ho trovata in un cestino sullo scaffale del ripostiglio ma, ahimè... senza punta. Era urgente un temperamatite e questa sì che era un'impresa non essendo più i miei figli dell'età in cui li lasciavano ovunque e di preferenza tra i cuscini dei divani. Però mi era parso tempo fa di vedere Frà con una matita in mano... se c'era in giro la matita doveva esserci anche il temperamatite, così sono andata a vedere tra le Sue cose e in un cassetto tra fogli e foglietti, vecchi scontrini  e palline da squash ho trovato una scatolina con un temperino completo di trucioli e più in là alcuni fogli, grandi ripiegati dal lato su cui s'intravvedeva lo scritto... la mia calligrafia.
Ma come erano finiti lì e poi che cosa c'era scritto? Non lo ricordavo più.
Ne ho preso uno, l'ho aperto e leggendo ho rammentato il "come" e il "perchè".
I fogli erano quattro... su di essi avevo riversato l'afflato poetico dei tempi... "sono inquieta, non so che cosa mi succede, devo guardarmi dentro"... quando bastava invece che uscissi dal mio mondo e guardassi intorno.
Sono 4 "scherzi poetici" con alcuna pretesa di apparire "poesie"... Voglio condividere anche questi, perchè sono una parte di me... non la migliore ma da tenere ugualmente in conto per "apprezzare"?... diciamo, "meglio valutare" quella che è... l'attuale.

                        COME UN FIUME NEL SUO LETTO
E' mattino.
Gli occhi, ancora avvezzi all'oscurità della notte,
s'aprono piano piano ad uno spiraglio di luce.
Rannicchiata nel morbido letto
allungo una gamba, poi l'altra;
sdraiata, allargo le braccia
per comprendere il più possibile lo spazio che non ho.
La percezione fisica è orma presente,
mentre la mente lucida dal riposo si allerta prepotente.
I pensieri, gli affanni, le decisioni...
E' come un fiume che nasce, alla sorgente comincia il suo viaggio,
adagiato nel suo letto traccia un percorso,
a volte aspro, a volte tortuoso, quindi rallenta,
poi riprende veloce e sicuro,
senza perder mai di vista la sua meta.
Ripercorro così il mio vissuto, rallento al presente,
riprendo energia, rivolta all'immensità che mi attende,
al mare di speranze... al mio Futuro.

sabato 29 settembre 2012

Non capisco... gli acciacchi ci son sempre stati, il russare pure e ci addormentavamo senza alcun problema... senza darci fastidio. Meglio sarebbe dire... senza provar fastidio dato che, ovviamente intenzione non c'è di arrecarcelo.
Sto cominciando a pensare seriamente che forse ora dormiamo più di quanto abbiamo bisogno, così quando abbiamo necessità di dormire il sonno stenta ad arrivare.
Io venivo presa in giro di continuo per la facilità con cui mi  abbandonavo tra le braccia di Morfeo non appena chiudevo gli occhi. La sera... mettermi a letto e addormentarmi era tutt'uno. "Caspita, che velocità! Non ho avuto il tempo nemmeno di darti il bacio della buonanotte...", lamentava l'Amore della mia Vita ed io sorridevo al mattino bella e riposata pronta a stancarmi per il resto del giorno.
Lui... sempre fuori sempre stressato dal lavoro... brontolava di non avere mai tempo per riposare a sufficienza, che avrebbe dovuto dormire almeno 10 ore (ma Chi l'ha detto?) e invece tra i bambini e me doveva accontentarsi di solo cinque max sei ore per notte. Poi finalmente crollava e non lo sentivamo più.
O quasi... perchè ha sempre russato, continuamente si rigirava nel letto ritrovandosi al mattino come una mummia avvolto nel lenzuolo, si alzava almeno tre volte per andare in bagno o in cucina a bere.
Ora con sè prima di andare a letto porta la bottiglietta dell'acqua ma si alza lo stesso e per giunta si lamenta per i tanti dolori e doloretti che lo tormentano.
Anche il Suo russare è cambiato... da ritmico con un che di musicale s'è trasformato in un suono-rumore molto simile a quello che fa una motozappa a fine carburante.
Ma perchè non si pensi che stia dando troppo addosso a Colui che è stato... è... e resterà l'Amore della mia Vita, preciso che anch'io sono molto cambiata. Leggera in sonno e pensieri ho perso in velocità e ho acquistato in insofferenza e poi... sì, lo ripeto dormiamo forse troppo.
Una volta ho letto da qualche parte che man mano che s'invecchia si dorme sempre meno perchè in effetti c'è meno necessità di dormire, fa bene alla mente e allo spirito e poi, chissà... ma questa è opinione personale... s'allunga anche la vita.
Deve essere vero però quello che penso...
A Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la Medicina dalla nota ed evidente longevità, fu chiesto quanto dormisse per notte. Rispose che Le bastavano tre ore... aveva troppo da fare e per dormire avrebbe avuto l'eternità.

venerdì 28 settembre 2012

Con l'ironia si dicono le più grandi verità...
E' una frase, astratta da un contesto... sentita quasi per caso ma non a caso mentre aspettavo l'autobus per rientrare.
E da stamattina mi ritorna di continuo riproponendosi nelle varie possibilità. Detta così magari tanto senso non ha ma io che conosco l'argomento per cui è stata pronunciata lo comprendo e me lo spiego e per questo un po' anche la modificherei.
Con l'ironia si raggira la più dura realtà... che era poi quello che intendeva dire l'uomo anziano col bastone che seduto sul muretto davanti alla fermata ad un certo punto si è inserito nel Nostro discorso.
La mia Amica ed io siamo state in ospedale stamattina... Lei che non ha la compagnia neanche di se stessa ed io che cerco coi miei limiti di dargliene un po'. Nella Sua vita ha incontrato ogni sorta di difficoltà, ad elencarle probabilmente non basterebbe questo spazio, per dirla ironicamente e così non c'allontaniamo dall'argomento... non si è fatta mancare niente. E poichè su una torta ben guarnita la ciliegina non può mancare... dulcis in fundo le è capitato anche il tumore al seno. Solito iter... mastectomia con apposizione di espansore... chemio "rossa", chemio "bianca" e sorci "verdi" per gli effetti collaterali che non potevano mancare per completare un "tricolore" che di patriottico nulla aveva.
Passato il "tempo forte" è giunto quello più tranquillo, si fa per dire... dei controlli con lo stillicidio delle impegnative da timbrare, le prenotazioni che prima dei quattro mesi non se ne parla... grazie allo 048 altrimenti passerebbe l'anno, mese più mese meno... e i disguidi e i contrattempi e i rinvii e le attese...
Penso che chiunque si sia trovato impigliato in queste fitte maglie comprenda bene ciò che dico.
A tutto questo aggiungiamo pure la chiusura di "quel noto terzo piano" e il gioco è fatto... un gioco al massacro per Chi non lavora e non sa come fare per spostarsi da un capo all'altro della città, a cui per non so quale oscuro motivo non è stata assegnata la pensione d'invalidità e che ha tante "carriole" per la testa da risolvere il problema nazionale dei trasporti.
Ora di persone in queste condizioni ce ne sono tante, e si può fare un gran dire sulla prevenzione, i controlli e quant'altro ma quando si deve pensare alla sopravvivenza il resto va a farsi benedire.
E poi si resta a bocca aperta come me stamattina a sentire una frase come questa... lo sai che Ti dico?! Non voglio fare più niente! E come darle torto, a questa povera Amica mia? L'ho scossa un po'... il favore non lo faceva a nessuno e magari il torto era a se stessa... ma in Cuor mio ero con Lei.
Alla fine l'ho convinta e insieme abbiamo rifatto il percorso delle impegnative e prenotazioni ecc. ecc., più simile al gioco dell'oca che ad un iter burocratico.
Ed ora torniamo all'uomo anziano del muretto... si era rivelato un appassionato di cinema d'epoca...
"Signora, Vi ricordate di quel film di Charlie Chaplin... quando Lui stava a lavorare in mezzo a tutte quelle macchine e poi non c'ha capito più niente e in quelle macchine è finito?..."
Come no... "Tempi moderni".
Ironica rappresentazione della dura realtà che sarebbe stata tanti anni dopo... gli uomini, elementi di una catena di montaggio. Completamente alienati.

giovedì 27 settembre 2012

Sono uscita stasera per la spesa e mi ha fermato una persona che per due anni o poco più aveva smesso di trattenermi per strada quando m'incontrava.
In realtà mi ero tolta un bel peso... non ho mai amato discorsi che si perdevano in altri fra incisi e parentesi pettegolezzi e nulla più.
Dicevo allora... per due anni o poco più si è concessa una pausa di riflessione, ma chissà se di riflessione è stata e non di paura o perchè si era resa conto... sempre così ben informata... che potevo avere altro per la testa oppure, essendo io diventata il "tema" preferito, il centro dei Suoi vuoti discorsi non poteva certo fermarsi a parlare... con me "di me"!
Le mancava l'esercizio a tanta polivalenza.
Comunque stasera per prima cosa ho sentito uno sguardo "obliquo" addosso, poi una "voce"...
"Signora Maria... posso farvi una domanda?"
Se non avessi conosciuto bene quel viso, avrei immediatamente pensato ad un'intervista... per quanto non ci sarebbe stato nulla di strano, magari qualche agenzia  aveva scoperto le Sue notevoli doti da "ficcanaso" e voleva giocarsi una carta vincente.
E poi... signora Maria? Ma un tempo non ci davamo del Tu?! Che cosa aveva posto nuove distanze tra Noi?
Incurante di questo ho replicato...
"Certo, dimmi pure."
"Volevo chiederVi... Chi Vi ha operato?"
Ah... il "Voi" era quindi iterato, non frutto di timida riservatezza dovuto ad un' "involontaria" lontananza!
Le avevo concesso il beneficio del dubbio ma in quel momento ogni dubbio veniva fugato.
Seccamente le ho risposto con il nome del chirurgo, e di qua ha ricominciato il solito iter di incisi e parentesi... con lontani parenti che avrebbero dovuto essere operati per eventuali tumori e che Lei stessa aveva avuto un piccolo "carcinoma"(... ma dico, come Ti permetti?!) a lato del naso che le avevano asportato così bene che non si vedeva neanche la cicatrice ed ora avevano tolto anche un piccolo... non so cosa accanto all'orecchio e aveva preso gli antibiotici che le avevano causato... "guarda un po'... che cosa ho?" e intanto arrotolava in fuori il labbro inferiore per mostrarmi una banalissima afta, noiosa e dolorosa ma sempre afta.
"Dici che è niente... guarirà?"
Strano... a parte che non sono medico (credo sia stata informata riguardo le mie frequentazioni ospedaliere) e non posso fare diagnosi nè stabilire prognosi, ma adesso mi dava di nuovo del Tu?
Mah... che strano effetto fa il passare da un atteggiamento all'altro separati da un intervallo di tempo relativamente lungo. T'ignoro e non Ti vedo... ma sì, ci sei ancora e Ti guardo di sbieco... prendo il coraggio a due mani e...  posso chiedervi?... e già che ci sei, dimmi!...
E tutto questo perchè... no, è passato troppo tempo da quando ho smesso d'impicciarmi degli affari Tuoi!

N.B.   Spero di non farlo più ma questo "Nota Bene" ci voleva. Chiedo scusa per quel passaggio senza punto nè virgole ma la persona in questione parla proprio così... senza mai prendere respiro.

mercoledì 26 settembre 2012

Certo che continua perchè un bilancio non è cosa di poco conto anche solo da visionare... esaminare.
Perciò...
sono diventata madre ed ho fatto solo quello... quasi annullata nel ruolo perchè l'impegno lo imponeva.
Mi piaceva da sempre leggere ma poi ero troppo stanca per farlo e gli occhi si chiudevano nell'istante stesso che mi concedevo una pausa...
Mi piaceva anche scrivere, all'epoca avrei potuto farlo solo con carta e penna ma con raccapriccio constatai che mi risultava difficile persino mettere una firma su un verbale d'assemblea condominiale.
Dove erano finiti i miei sogni?
E' vero che le scelte giuste e sbagliate in quel campo erano solo mie, ma guarda un po'... in quel caso Nessuno aveva mai da ridire, riconsiderare... consigliare.
Poi i figli sono cresciuti e di fronte alla Loro autonomia di pensiero sono stata io a non aver da ridire, riconsiderare... consigliare anche su atteggiamenti discutibili ed errori evidenti.
Cambiavano le situazioni, i ruoli ma io ero sempre lì... a seguire la corrente perchè sarebbe stato TROPPO per me deviarne il corso e quindi andare controcorrente. Pensavo... chissà, prima o dopo qualcosa cambierà, nulla resta uguale a se stesso.
E infatti...
è cambiato Tutto e la "botta di Vita" me l'ha offerta proprio la cosa che era arrivata per minarla... questa Vita mia, un tumore. Improvviso, evidente da non lasciare dubbi... doloroso, non m'ha lasciato possibilità e son dovuta scendere in campo per la prima volta da sola, perchè IO ho scelto i medici che mi avrebbero curato, IO decidevo se e quando ridere o piangere, IO ho studiato le strategie per sopravvivere senza soccombere. Finalmente... eh già, "finalmente" perchè mi era capitata pur tra capo e collo una tegola che Nessuno tra i saccenti, i "superdotati" che mi circondavano, s'era mai beccato. Allora era una "cosa mia", solo mia di cui per la prima volta potevo "vantare" l'esclusiva.
Così sono due anni e più che ho continuato a... Vivere, tra alti e bassi, con un po' d'ingegno e fantasia non facendo mai mancare l'ironia, e ancora come sempre quando sono prossimi i controlli, mi chiedo... che cosa sarà? Ma dopo tutto non penso d'essere la sola a pormi tale domanda, perciò ci penso solo un po' e poi passo... Me lo posso permettere, ho in mano la carta vincente di questa Vita... aver recuperato portando alla "luce" l'Altra Me... quella che vale.

N.B.    A Chi può interessare la mia attuale condizione psico-fisica... oggi sto decisamente meglio. Merito di due straordinarie Amiche virtuali e di una tardiva decisione... dare finalmente un' "aggiustatina" alle mie "domeniche bestiali".

martedì 25 settembre 2012


...Sii sempre il meglio
di ciò che sei.
Cerca di scoprire il disegno
che sei chiamato ad essere,
poi mettiti a realizzarlo nella vita.
MARTIN LUTHER KING


Mah... che dire se non che m'impegno e non so se ci sono ancora riuscita? Vero è che la Vita non è ancora terminata... ma mi basteranno i mesi, gli anni che ho davanti?
Oggi è una giornata di quelle che vorresti già dall'inizio non affrontare... Non c'è un motivo preciso, è così... così Ti senti e... AMEN, vai avanti nel progredire delle ore senza renderti conto che cosa stai facendo o perchè lo fai. Sembra Tutto infinitesimamente "piccolo" a fronte della "grandezza" delle cose che potrebbero essere fatte a beneficio TUO, a beneficio ALTRUI.
Ogni tanto faccio il bilancio di ciò che è stato fino ad ora da quando ho avuto di me una consapevolezza più responsabile. In un registro immaginario comincio a "spuntare" le varie voci... le tappe della mia Vita. Non sono mica tutte chiare... in ordine e ben delineate, anzi a tratti è CAOS completo. Pubertà... adolescenza, giovinezza con crisi adolescenziali tardive. E il sentirmi ripetere, "...vuoi crescere sì o no?", mentre dentro di me sentivo che sì, forse era meglio restare lì dov'ero, almeno non avrei sentito il Cuore battere all'impazzata ogni volta che dovevo cominciare a parlare persino quando si trattava di chiedere l'indicazione di una via ad un passante.
Poi sono diventata moglie e madre, non immediatamente, ed ero appena uscita dallo stress dell'aria di sufficienza di Chi pensava e non celava... "chissà come avrà fatto, è piuttosto insignificante.", che mi ritrovavo esposta ad occhi curiosi che mi volevano col pancione ben in vista dopo soli tre mesi.
Ora questi pensieri a riviverli non mi sconvolgono poi tanto, ma allora per come ero, le situazioni ed altro mi davano il nodo in gola convincendomi che era troppo... TUTTO era troppo per me.
Nel mettere al mondo la mia prima figlia subii un cesareo, soffrii molto per questa cosa, ma del resto non era Tutto troppo per me? Naturale che lo fosse anche partorire naturalmente... e poi fu la stessa storia per il secondo anche se stava per nascere come le altre creature. Meglio non rischiare, giochiamo d'anticipo e via... e il mio bambino nacque venti giorni prima e per venti giorni si nutrì appena senza mai piangere solo dormendo. Soffrii molto anche per questa cosa perchè mi sentivo in colpa mentre Altri avevano deciso per me, non lo nego per il mio bene ma annullando la mia facoltà di scegliere e decidere.
E la storia continua...