
Ma come si può fare... che cosa in concreto motiva per andare avanti?
C'è Chi stringe denti e pugni e lo fa per la Vita in sè, perché è sempre bella in qualsiasi situazione persino. E' reale, è fatta di colori e profumi, di sentimenti ed emozioni.
Poi c'è Chi si commuove fino alle lacrime pensando alla famiglia... ai figli. Dice che vuole vivere per loro, ché non soffrano e pure perché come farebbero altrimenti...? E tutto si racchiude in quel sentirsi indispensabili oltre misura, visto che ognuno può bastare a se stesso e quando possibile non è, sempre qualcuno ci sarà a provvedere.
Provvedere... e immediatamente richiama un altro termine assai simile, "Provvidenza", e a questo punto non si può evitare il tema, "Fede". Credere allora, ma con qualcosa in più, la forza. Aggrapparsi e diventa anche la Fede, motivazione e spinta propulsiva per continuare a vivere.
Si chiedeva quale posto occupasse la "religione" nel percorso di malattia, prima o dopo l'amore per se stessi, e la famiglia. Come si potesse fare una graduatoria. La religione in sé non è un valore, un affetto, non può essere motivazione, è mero aspetto esteriore, manifestazione di una fede che può esserci o meno. Liturgia, importante si, ma solo quando rispecchia ciò che nel profondo è. Spiritualità è il termine che meglio esprime la Fede, anche se non necessariamente con essa si identifica.
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