venerdì 9 settembre 2022
UN VIAGGIO PERSONALISSIMO (n.100) (“Mamma, ma stai tanto male?”)
Una domanda frequente, più di quanto si possa pensare, perché i bambini hanno mille antenne e avvertono l'inquietudine, l'ansia, la preoccupazione.
È il caso di dire loro di che cosa si tratta? E se sì, come dirlo?
Io penso che sia giusto parlare, in termini semplici. L’inquietudine senza nome causa ulteriore paura e angoscia, soprattutto quando sono preoccupati, i piccoli captano tutto quello che si dice in casa, a livello verbale e non verbale.
Il punto è come e che cosa dire. La scelta va modulata a seconda dell’età, della maturità del bambino, del suo carattere.
Il bambino estroverso può esprimere meglio dubbi, paure, tristezze, ed essere aiutato.
Il bambino introverso può accumulare grande dolore interiore, e riportarne cicatrici interiori permanenti, senza che l’adulto quasi se ne accorga.
Usare il linguaggio delle fiabe può aiutare a dire verità importanti e dolorose (“la mamma è malata e deve curarsi, ma guarirà”), mantenendo lo spazio di speranza e di fiducia.
" O Dio, concedimi il coraggio di cambiare le cose che posso cambiare,
la pazienza di accettare quelle che non posso,
e la saggezza di saper distinguere le une dalle altre."
Preghiera della serenità
La Vita se ne andrà in silenzio
facendo scendere
il sipario sui miei occhi
- R. Tagore -
Due citazioni che secondo me sintetizzano l'atteggiamento di una giovane mamma incontrata ieri in reparto.
Alla domanda del Suo bambino di otto anni, molto intelligente, aperto, spigliato...
- Ma tu morirai?
Lei ha risposto senza esitazione, sorridendo...
- Tutti possono morire in qualsiasi momento, non è poi così terribile.
Ma ti prometto che m'impegnerò a restare.
Una risposta serena e matura, davvero forte... le ho detto.
- Assolutamente, non si può nascondere la verità nemmeno ad un bambino. Nessuno sa come andrà, resta comunque la speranza e l'impegno per mantenerla viva.
Quanto s'impara, nel bene e nel male, in un posto così...
Grande Valeria...
RispondiEliminaGrazie.
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