martedì 7 febbraio 2017

SETTE ANNI DOPO... (ad un Convegno a parlare di me e non solo per me)

 

Un Convegno organizzato e tenuto in una cittadina di provincia, e già questa è una grande novità. Promotori un medico di famiglia, e due Associazioni... L'Albero della Vita e il GAMA... oltre naturalmente il Comune citato.
Titolo... "L'assistenza oncologica a domicilio: un diritto del cittadino" - Per una nuova cultura della vita.
Una vita intesa come dono prezioso, da amare e curare in ogni sua fase e momento pure di criticità. Che ha il diritto di essere libera dal dolore, non protagonista della scena ma relegato ad un breve ruolo di comparsa. Sintomo che non diventi patologia.
Se fino a vent'anni fa era accezione comune l'idea, pure legata ad un errato aspetto di fede religiosa, che fossimo nati per soffrire, oggi si promuove a gran voce lo "sdoganamento" di tale concetto. Da qui... la nuova cultura della vita.
Dopo i saluti delle autorità, le testimonianze dai momenti toccanti di Chi ha vissuto la malattia. Dallo shock della diagnosi al percorso terapeutico, fino all'inizio del follow up. Quanto abbia inciso nella loro storia un supporto nelle fasi più dure e difficili, quali le difficoltà incontrate per assicurarsi l'assistenza migliore. Sappiamo purtroppo che da Nord a Sud c'è differenza in campo sanitario, tanto che persino la legge 38, datata 15 marzo 2010, riguardante il diritto a non soffrire, mentre è già operativa in alcune regioni settentrionali, arranca appena nelle meridionali.
Questione di costi, di fondi? Anche, ma non va trascurata l' "ignoranza" di alcuni medici di famiglia, ignoranza intesa come non sapere, non essere sufficientemente informati sulle normative, i farmaci e relative posologie. Si fa, ad esempio, confusione tra cannabis ed oppiacei... come dire che aglio e cipolla sono la stessa cosa. Cosa necessita allora? Maggiore preparazione, corsi formativi per i medici con più anzianità di servizio, caduta drastica di ogni pregiudizio su morfina ed affini, riconoscendone la stretta parentela con le stesse endorfine prodotte dall'organismo umano. E se pur vero è che danno assuefazione, lo è altrettanto che ci si può disabituare gradualmente nel momento che cessi il bisogno. Cade il tabù degli oppiacei, considerando anche gli innumerevoli danni arrecati dagli antinfiammatori assunti per lungo tempo e in casi non appropriati.
Di cancro si muore sempre meno, ma purtroppo ci si ammala sempre più. Le cause sono molteplici e non tutte note. Alimentazione, scorretto stile di vita, inquinamento, stress... certa è pure la predisposizione genetica. Quando la malattia si presenta c'è il coinvolgimento totale di intere famiglie. Si deve cercare il modo di affrontarla al meglio, facendone un percorso parallelo a quello della normale quotidianità. A tale scopo, accanto ai professionisti nel campo, fondamentale è il ruolo di operatori di supporto, quali psicologi, volontari, e associazioni. Quest'ultime in particolare, costituendosi in una "rete", provvederanno alla salvaguardia dei diritti del paziente oncologico, tramite l'informazione e la costante vicinanza. Così come è stato presentato in tale occasione dai presidenti delle due associazioni.
Il Convegno si è svolto tra l'interesse generale dei presenti, vivacizzato da interventi stimolanti, e con la spiegazione chiara e dettagliata dei temi. Contenuti "non molto piacevoli" ma sdrammatizzati dalla semplificazione delle problematiche inerenti.

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